Il vetro nelle mani di Alberto esplode nella «Bottega matta»
Si sono incontrati nel Duemila e non si sono più lasciati. La storia recente della loro vita è intrecciata con quella professionale. Lei si chiama Raffaella Cirelli, di professione fa la ceramista, costruttrice di oggetti e titolare della Bottega matta, un negozio particolare con vetrine in città in via Pisacane.
Lui è Alberto Togni, un vetraio creativo che del vetro conosce mille segreti e lo sa plasmare, allungare, attorcigliare, gonfiare e colorare nei modi più diversi. La loro intesa umana e di lavoro ha allargato i confini della Bottega matta, che dal 1990 al Duemila è stata il regno delle ceramiche ma oggi pullula di oggetti decorativi o utili alle attività di casa, con un comune denominatore: sono belli! Monili e complementi d’arredo, sculture luminose (con tecnica raku) e ciotole, come i centri tavola, le collane, le statuette «tira baci» in maiolica, i piatti decorati e le sculture «mandala» di carta nel vetro, hanno tutti il pregio di essere attraenti.
Lo sono perfino le vaschette dei termosifoni, realizzate a mano da Raffaella in modo mai banale, al punto tale che per capire la funzione degli oggetti che stai guardano ci vogliono tempo e indizi. Tanta perizia è frutto di passione e impegno da mattina a sera, ma anche dell’umiltà di mettersi a imparare da mani più esperte. In questi anni infatti Alberto e Raffaella hanno cercato indicazioni tecniche e ispirazione anche in giro per il mondo: dalla Spagna, dove hanno imparato le terre sigillate e il «pate de verre», a Belgio e Olanda, dove han capito la cotture speciali, fino a Murano, fucina di segreti tra incisioni, vetro soffiato, vetro a lume e vetrate Tiffany. Tutte conoscenze e perizie che hanno portato a casa.
Il lavoro di Raffaella e Alberto è sinergico ma si divide in due situazioni ben distinte: la realizzazione di oggetti in laboratorio e la vendita nel negozio di via Pisacane. Per quanto il negozio sia un ambito fondamentale per il sostentamento dell’attività complessiva, i passaggi più affascinanti del lavoro si trovano nel laboratorio di via San Zeno, dove tra cannelli e forni nascono gli oggetti.
In via San Zeno Alberto Togni si è specializzato anche in una tecnica che ha pochi interpreti in Italia perché complessa: il «pate de verre». Questo metodo di lavoro permette di creare oggetti tridimensionali senza l’uso della fornace. Si sviluppa realizzando un modello in creta o cera che viene stampato in gesso refrattario resistente alle alte temperature.
Lo stampo in negativo è il contenitore per il vetro. A cottura conclusa si elimina lo stampo sbriciolandolo, per scoprire il modello creato. Segue una profonda pulizia del pezzo e l’installazione finale. La tecnica richiede tempo e pazienza, è complessa, ma garantisce ottimi risultati. Basta vedere i libri di vetro realizzati da Alberto.
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