Il riciclo di metalli hi tech della Zato di Prevalle attira la finanza francese
I capitali francesi arrivano a sostenere la trasformazione in chiave green di uno dei settori tradizionali dell'industria pesante bresciana, quella del riciclo dei metalli, ferrosi e non ferrosi.
Uno dei fondi d'investimento di LBO France ha annunciato oggi l'acquisizione della quota di maggioranza di Zato, azienda di Prevalle attiva dal 1999 nella progettazione e nella produzione delle attrezzature e dei macchinari per il riciclo. I mulini a martelli, i trituratori industriali, le cesoie da demolizione e le linee di separazione prodotte dall'azienda fondata e guidata da Alessandra Bresciani e Valerio Zanaglio, sono assistiti da soluzioni tecnologiche di frontiera: l'intelligenza artificiale, la realtà aumentata ed i processi di Internet delle Cose (IOT).
L'accoppiamento siderurgia-ultra high tech sta funzionando, Zato, con un organico di 40 dipendenti (di cui 12 ingegneri), è indicata nel comunicato intorno ai 40 milioni di euro di giro d'affari, in forte crescita dai 27,5 milioni del 2021.
Il deal, assistito finanziariamente Banco BPM, Banca Monte dei Paschi di Siena e Banca Sella prevede che Gioconda, la filiale italiano di LBO France, acquisisca una quota di maggioranza di Zato. I coniugi Zanaglio-Bresciani, rispettivamente presidente e amministratrice delegato, hanno reinvestito nell'operazione e continueranno a guidare l'azienda. Banca Ifis S.p.A. partecipa come co-investitore.
Arthur Bernardin e Chiara Venezia, alla guida della filiale italiana di LBO France, affermano: «Questo investimento rappresenta un'opportunità straordinaria per posizionarci nella transizione energetica e si inserisce perfettamente nella strategia di LBO France di accelerare relativamente ai fattori Esg e climatici». I due fondatori si aspettano di poter crescere più velocemente «L'esperienza, la visione internazionale e il supporto strategico che LBO France fornirà al team saranno essenziali per affermare Zato come leader globale nel settore del riciclaggio e della green economy».
Dallo stabilimento di Prevalle, oggi «escono impianti all'avanguardia per l'industria del riciclaggio, un mercato precedentemente caratterizzato da prodotti maturi». Accanto ai mulini che macinano i rottami, ci sono gli algoritmi basati sull'intelligenza artificiale che macinano i dati in arrivo dalle macchine vendute ai clienti, in questo modo è possibile portare avanti programmi di manutenzione predittiva e manutenzione da remoto.
In un'intervista rilasciata al nostro giornale il mese scorso, Zanaglio aveva spiegato che nel futuro della sidermetallurgia ci sarà sempre meno spazio all'altoforno, «perché rappresenta un investimento poco sostenibile, non solo per costi e ingombri, ma soprattutto dal punto di vista ambientale, non rispondente ai parametri della transizione green che dobbiamo affrontare. Avremo forni elettrici di nuova generazione, che fanno uso del rottame frantumato e pulito o triturato con macchine come quelle che noi realizziamo».
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