Economia

Il primato della Grandi di Calcinato: esportare riso in Cina

Numeri in forte crescita per Gabana Holding che chiude il 2020 in utile. bene il settore energia
Una confezione di riso Grandi - Foto tratta dal profilo Facebook Grandi Riso
Una confezione di riso Grandi - Foto tratta dal profilo Facebook Grandi Riso
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Marcello Gabana Holding cresce in numeri e sostenibilità e nel 2021 apre alle vendite del suo riso anche in Cina. «Le quantità sono ancora esigue, ma è quasi un miracolo, visto che siamo gli unici a esserci riusciti», commenta la presidente Daniela Grandi che sottolinea come le varietà italiane destinate al mercato del Dragone vadano forte nei ristoranti italiani o di lusso.

Certo un «bel colpo» per Grandi Riso, quarto produttore italiano e punta di diamante della società di Calcinato: nel 2020, la spa ha visto lievitare il valore della produzione a 24,1 milioni, con un balzo di 3,5 sul 2019 (il settore agroalimentare vale 24,5 mln, includendo le tenute Grandi&Gabana, 0,4 milioni). E ha visto il ritorno all’utile (+24mila euro) dopo il 2019 (-816mila euro).

Una crescita dovuta alle dinamiche d’acquisto della materia prima ma anche al maggiore appeal oltre confine: oggi la quota export vale il 40% del fatturato e ha come principali mercati Usa, Slovenia, Brasile, Germania e Spagna, dove nel 2020 ha registrato un balzo del 42%. «Il punto di partenza del nostro futuro rimane Grandi Riso, su cui vogliamo continuare ad investire per accrescere i margini e il legame con il territorio, che insieme alla qualità del prodotto sono il nostro valore aggiunto», prosegue la Grandi che snocciola i dati delle altre società. Da un lato, il settore ecologia, che tra Ecoplant (piattaforma di recupero), Gelab (società di analisi) e Gedit (discariche) nel 2020 vale complessivamente 22,7 milioni, con ricavi e utili in aumento.

Dall’altro, quello immobiliare, che nel 2020 ha fatturato solo 2,8 milioni contro i 3,1 del 2019, a testimonianza «del periodo difficile della pandemia». Nel complesso, i dati aggregati 2020 parlano di un gruppo in salute: cresce il valore della produzione, che tocca quota 50,1 mln di euro (+12%) contro i 44,5 del 2019, così come l’Ebitda (+21%, pari a 10,7 mln contro i 6,1 nel 2019) ma passando anche per l’aumento degli investimenti, lievitati dai 4,3 mln del 2018 ai 6,6 del 2019 sino ai 7 del 2020, in buona parte destinati allo sviluppo tecnologico di Grandi Riso.

Anche per il 2021 le prospettive sono buone. «Pensiamo di chiudere in linea col 2020», chiarisce Daniela Grandi che si sofferma sulle prospettive per il comparto ecologico. «L’impianto di smaltimento di Calcinato va verso la chiusura entro pochi anni ma noi vogliamo rimanere nel settore, con investimenti per sostituire il business dello smaltimento con il recupero e la rigenerazione dei materiali». Il gruppo ha varato il primo report di sostenibilità.

«Le aziende devono essere sostenibili perché sono un patrimonio che deve durare nel tempo» tira corto la Grandi che vede nel report uno strumento per «ragionare sul futuro». Ma mettendo già molto a fattor comune: nel 2020, tra biogas e fotovoltaico, la sola Gedit ha immesso in rete energia pari quasi a quella del consumo residenziale annuo di Calcinato, mentre Ecoplant, con l’impianto fotovoltaico, consente al gruppo di evitare l’emissione di 5,1 tonnellate di CO2 annua.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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