Economia

Il prezzo choc dei titoli Valsabbina e il ritorno degli acquisti

Banca Valsabbina è passata da poco sul mercato Hi-Mtf, il valore delle azioni è crollato, ma l'ultima seduta è stata positiva
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Titoli bancari nell’occhio del ciclone in tutta Europa. Un sentimento di sfiducia così diffuso e radicato che ha portato anche al tracollo del prezzo delle azioni di Banca Valsabbina

Ne abbiamo parlato più volte sulle pagine del nostro giornale: il piccolo istituto di credito bresciano da pochi mesi è sbarcato sul mercato Hi-Mtf (il passaggio obbligato è arrivato dalla nuova normativa europea, la direttiva Mifid 2/Mifir). 

Il titolo - che a fine luglio valeva 14 euro - ha inanellato una serie di prestazioni negative toccando, nell’ultima asta di venerdì scorso, il prezzo di 4,6 euro ad azione.

Una «emorragia» per i quarantamila piccoli azionisti della banca che hanno visto, inermi, andare in fumo la bellezza di 336 milioni. Il calcolo è presto fatto: le 35,7 milioni di azioni della banca a fine luglio valevano infatti circa 500 milioni di euro; ora il valore è di 165 milioni. 

Prezzo frutto di quello che viene definito il «sentiment» del mercato e che non tiene conto del valore tangibile della banca (il patrimonio dell’istituto che al netto dell’avviamento resta corposo: 392 milioni) e che giustificherebbe un prezzo dell’azione a 11 euro. 

L’emorragia è comune ad altri azionisti. Da inizio anno il titolo Unicredit ha perso il 55.84%, Ubi Banca il 61.38%, Intesa Sanpaolo il 27.61%. «Mal comune mezzo gaudio» direbbe qualcuno, ma i soci di Valsabbina non ci sentono, non fanno raffronti, e protestano. 

Cosa succederà al titolo nelle prossime settimane? Abbiamo toccato il fondo? Nessuno ha la sfera di cristallo. Ma una cosa si può notare: all’ultima asta il controvalore degli scambi è stato di 336.522 euro con la conclusione di 107 contratti. Le azioni ancora in vendita sul mercato Hi-Mtf sono ora circa 250.000 (erano più di un milione un mese fa), mentre gli acquisti iniziano ad essere consistenti (appunto, oltre 70.000 nell’ultima asta, solo in parte inseriti dalla Banca). 

È il segno che a questi prezzi di «sconto» ci sono investitori interessati ad entrare nella compagine sociale della Valsabbina, e sempre di meno sono disposti a vendere le azioni.

Non è tutto. Investitori attratti dal «prezzo» interessante più che dai «pacchetti soci» previsti nell’offerta commerciale dell’istituto bresciano che comunque non sono mai stati così bassi. Pacchetti che comprendono un conto corrente «completo» e agevolazioni su risparmi e prestiti.

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