Il Mise: «Il Gruppo Camozzi acquisisce la Timken»
Il Gruppo Camozzi rileva e salva così lo stabilimento della Timken di Villa Carcina. Ad annunciarlo una nota del Ministero dello Sviluppo Economico, a firma dello stesso titolare del dicastero Giancarlo Giorgetti, con il quale arriva ad un punto di svolta il tavolo aperto nei mesi scorsi.
«È una bella notizia per il territorio bresciano che dimostra come i risultati si raggiungono quando si lavora seriamente», dichiara Giorgetti. «Siamo sulla giusta strada perché grazie all'investimento del Gruppo Camozzi - prosegue il ministro - verrà protetta e rilanciata una realtà produttiva del comparto della meccanica, anch'esso
coinvolto nella transizione verso il green dell'automotive».
Il tavolo al Mise
All'acquisizione del sito produttivo trumplino, secondo le indiscrezioni circolate nei giorni scorsi, erano interessati sei potenziali investitori, nel quadro di quel progetto di reindustrializzazione al quale si era giunti - con la mediazione di Confindustria Brescia, sindacati ed enti territoriali - scongiurando l'ipotesi di licenziamento in tronco prevista inizialmente per i lavoratori.
Erano 106 quelli per i quali lo scorso luglio giunse come un fulmine a ciel sereno la notizia dell'intenzione dell'azienda americana di chiudere lo stabilimento di Villa Carcina. Da subito scattò un presidio, che ricevette il sostegno oltre che delle segreterie provinciali dei sindacati, anche di molte voci autorevoli del tessuto politico e sociale bresciano e non solo, sino a divenire un vero e proprio caso nazionale.I dipendenti che nel frattempo non avevano trovato altra soluzione d'impiego erano complessivamente 55. Per tutti loro e le rispettive famiglia la notizia dell'acquisizione equivale con ogni probabilità alla fine di un incubo. Nella definizione dell'accordo che salva una fabbrica del nostro territorio si è rivelato determinante il ruolo del Mise.
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Per Camozzi - colosso bresciano leader a livello mondiale nel settore dell'automazione industriale - non si tratta del primo caso di acquisizione e riconversione di un'azienda bresciana sul punto di chiudere. Tra i casi più recenti merita di essere ricordato il caso della Innse Cilindri nel 2018.
«Con lo stesso impegno - è l'ulteriore commento del ministro Giorgetti affidato alla nota del Mise - siamo al lavoro per individuare soluzioni ad altre crisi aziendali del settore, con l'obiettivo di garantire il necessario equilibrio tra esigenze economiche, ambientali e sociali», aggiunge Giorgetti. «Si concretizza così positivamente il percorso monitorato dalla Struttura per le crisi d'impresa del Ministero, coordinata da Luca Annibaletti, individuando una soluzione industriale alla decisione della multinazionale americana di chiudere lo stabilimento lombardo. Il Mise proseguirà la sua attività di monitoraggio sulla reindustrializzazione dello stabilimento di Villa Carcina».
Riassorbiti tutti i lavoratori
Il gruppo Camozzi ha raggiunto un accordo con Timken Italia per l'acquisto della proprietà dell'intero complesso immobiliare che ospita il sito industriale di Timken, a Villa Carcina e per l'avvio di un progetto di reindustrializzazione da realizzare nell'arco di 24 mesi.
L'operazione, si legge in una nota, è stata ideata da Camozzi Group con un duplice obiettivo: restituire al territorio un'importante attività industriale metalmeccanica, paragonabile, in termini dimensionali, a quella recedentemente svolta da Timken, e contribuire a risolvere le problematiche di carattere sociale, garantendo l'integrale salvaguardia del personale impiegato.
Nella sede di Villa Carcina, Camozzi, multinazionale che produce componenti e sistemi per l'automazione industriale, svilupperà attività manifatturiere meccaniche ad alta tecnologia, in linea con le linee strategiche di sviluppo del gruppo, secondo i paradigmi di un'industria innovativa, digitale e sostenibile.
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