Il gruppo Camozzi investe in Serbia
Sabac, «zona franca» nel Nord Ovest della Serbia a poche decine di chilometri da Belgrado. È in questa cittadina dei Balcani (poco più di 122mila abitanti) che si stanno concentrando i recenti investimenti del gruppo Camozzi.
Le ragioni sono molteplici: l’area industriale possiede moderne infrastrutture; offre agli stranieri che investono agevolazioni fiscali e procedure amministrative semplificate; in quest’area si stanno insediando multinazionali tedesche e giapponesi. Ma soprattutto il piccolo Stato ha importanti accordi bilaterali con Paesi come Turchia, Russia e Paesi dell’Est in grado di facilitare le esportazioni e superare gli ostacoli legati alle crisi internazionali (come quella Ucraina).
Nelle scorse settimane il gruppo guidato da Attilio Camozzi ha acquistato proprio a Sabac un sito produttivo da 7mila metri quadri coperti, su un’area da 20mila mq. L’investimento - si legge sul sito internet della cittadina balcanica - sarebbe vicino ai 10 milioni di euro e dovrebbe consentire, l’assunzione di quasi 100 lavoratori.
Dal quartier generale dei Camozzi, in via Eritrea a Brescia, non arriva nessuna conferma. Il piano industriale sarebbe ancora in via di definizione. Ciò che è certo è che la nuova filiale di Sabac diventerà un sito strategico di primaria importanza per alcune lavorazioni della componentistica pneumatica destinate ai mercati dell’Est Europa.
L’area serba è infatti storicamente vocata per le lavorazioni meccaniche; possiede cultura industriale e know how di prim’ordine.
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