Economia

Il dramma a 60 anni: «Trovare un lavoro diventa impossibile»

Parla un disoccupato in cerca di occupazione: «Difficilissimo avere qualcosa che non sia già stato rifiutato»
La storia di un uomo in cerca di un lavoro - © www.giornaledibrescia.it
La storia di un uomo in cerca di un lavoro - © www.giornaledibrescia.it
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Ha 61 anni e la sua esistenza è stata scandita dai mestieri: autista di autobus, barista, autotrasportatore, magazziniere. Poi - come spesso accade - una serie infinita di coincidenze l'ha relegato ai margini del mondo del lavoro.

«Ho lavorato per più di 30 anni, ma non sono riuscito ad avere tutti i contributi. Perciò una pensione dignitosa tra qualche anno è solo un miraggio. A quest'età è praticamente impossibile trovare qualcosa che non sia già stato rifiutato praticamente da chiunque, si può immaginare per quali motivi». Oggi Nicola (nome di fantasia) riesce a sbarcare il lunario avendo ottenuto il reddito di cittadinanza, «ma io voglio lavorare. Anche al centro per l'impiego per noi sessantenni non c'è nulla. Dove sono i famosi navigator?».

Nicola non è un uomo che si dà per vinto e per migliorare la sua condizione si impegna ogni giorno, si informa e cerca consigli ovunque. Legge spesso sul web e si imbatte in molti annunci di lavoro - «ma non sono mai riservati a quelli della mia età» - e in articoli motivazionali. «Trovare lavoro a 60 anni»: sembra il titolo di un libro o di un film, invece è la stessa drammatica domanda che migliaia di italiani si fanno ogni giorno.

«Dopo che per mesi leggi che tutti cercano giovani, cominci quasi a guardarli con rabbia. Perché ci mettono gli uni contro gli altri, ma siamo tutti poveri». Eccolo, un altro nervo scoperto ancora troppo sottaciuto: giovani e vecchi vivono condizioni duali che sono facce della stessa medaglia, quella di un'emergenza welfare già a livelli importanti in Italia. Ma di questo passo la bolla promette di scoppiare nei prossimi anni.

E la storia di Nicola, come quella di tanti come lui a Brescia, è lo specchio di un sistema che non riesce a intercettare né i bisogni dei più giovani né dei meno giovani. Non solo non riesce a valorizzarli, ma li valuta solo in una competizione al ribasso. Come spiega il 61enne: «A venti o a sessant'anni riesce a trovare un lavoro solo chi si accontenta del meno». Nicola, intanto, continua la sua ricerca, nonostante la fatica e la frustrazione, sperando di poter rinunciare quanto prima al reddito di cittadinanza.

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