Economia

Il caso del sorgo: la granella virtuosa anche nel bilancio

Sono 40mila gli ettari ad oggi coltivati, ma le potenzialità lasciano aperti scenari comunque molto interessanti
Una coltivazione di sorgo - © www.giornaledibrescia.it
Una coltivazione di sorgo - © www.giornaledibrescia.it
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Sono 40mila gli ettari ad oggi coltivati, ma le potenzialità lasciano aperti scenari comunque molto interessanti. Stiamo parlando del sorgo; grazie alla Commissione Europea è stata infatti finanziata una organizzazione interprofessionale (www.sorghum-id.com) che sta cercando di informare sulle opportunità offerte.

«Le peculiarità del sorgo - spiega Fabrizio Quaranta, ricercatore del Crea (Consiglio per la ricerca in agricoltura e l’analisi dell’economia agraria) di Roma - la rendono una coltura estremamente versatile per i diversi tipi di produzione a cui può essere destinata. Negli anni Settanta i riscontri sperimentali deponevano per una considerevole diffusione produttiva a livello nazionale che nel tempo, però, ha invece registrato una discontinuità. Adatto a climi difficili, non avido di acqua ma soprattutto non esposto alla contaminazione da micotossine, il sorgo in Italia viene principalmente coltivato da granella e nel 2017 ha raggiunto, secondo l’Istat, una produzione totale di 241.514 tonnellate (40.901 ha) ed i dati provvisori del 2018 relativamente alle superfici coltivate che riportano un totale di 44.259 ha». Alimentazione.

Dal punto di vista nutrizionale, inoltre, sia nell’alimentazione umana che in quella animale il sorgo, continua Quaranta: «può costituire una componente importante, a iniziare dal settore avicolo dove la granella può essere utilizzata tal quale, senza dimenticare l’alimentazione dei bovini e dei suini. Non solo, grazie alla sua struttura genetica e alle radici molto profonde, questa pianta si presta molto alla biomassa, in special modo per la produzione di carta oltre che per alimentare gli impianti a biogas».

Per Aldo Dal Prà, ricercatore del Crpa (Centro ricerche produzioni animali) di Reggio Emilia le rese produttive, del sorgo rispetto al mais sono mediamente inferiori del 20-30%, ma «nelle prove effettuate in allevamenti di vacche da latte dove nella razione alimentare il sorgo ha sostituto il mais in percentuali comprese tra il 30 e il 50%, la produzione di latte non ha registrato particolari riduzioni. Va infine evidenziata la differenza dei costi di produzione che, secondo gli studi più recenti condotti in Italia, rispetto al mais registrano un risparmio a ettaro, per il sorgo, di una cifra mediamente compresa tra i 500 e gli 800 euro».

 

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