Il caldo stressa anche le mucche: «Il latte cala del 15%»
Il grande caldo di questi giorni è un problema, grosso, per tutti. E lo è anche per le fattorie bresciane dove le mucche, a causa di alte temperature e afa, stanno producendo in media il 15% di latte in meno rispetto ai periodi normali, nonostante l’entrata in funzione di doccette e ventilatori per rinfrescare le stalle. Lo afferma Coldiretti Brescia che ricorda che per questi animali il clima ideale è fra i 22 e i 24 gradi, mentre oltre questo limite mangiano poco, bevono molto e producono meno latte.
L’emergenza
Per questo - continua il comunicato di Coldiretti Brescia – negli allevamenti sono a pieno regime le misure anti afa: gli allevatori stanno somministrando razioni alimentari integrate con sali minerali e non solo: «nella mia azienda – precisa Giovanni Martinelli allevatore di Borgo San Giacomo e vicepresidente di Coldiretti Brescia – dove il calo è stimato attorno al 15%, abbiamo deciso di distribuire l’alimentazione attraverso il carro miscelatore due volte al giorno rispetto alla somministrazione unica per garantire un pasto più fresco agli animali e quindi più appetibile».
«Il caldo incide per circa il 10% – conferma Ettore Chiappini, allevatore di bovini da latte di Lograto, - nella mia azienda riusciamo a contenere le perdite grazie all’uso di dispositivi come doccette e ventilatori, che siamo costretti a mantenere costantemente in azione e alla modifica della razione alimentare aggiungendo più fibra».
Calo della produzione
Al calo delle produzioni di latte – precisa Coldiretti Brescia – si aggiunge anche un aumento dei costi alla stalla per i maggiori consumi di acqua ed energia che gli allevatori devono sostenere per aiutare gli animali a resistere all’assedio del caldo ma anche legati all’alimentazione. «Quest’anno in particolare – precisa Maurizio Toninelli allevatore di Leno – il costo del mais da trinciato potrebbe aumentare fino ad un 20% in più rispetto alla scorsa stagione per il calo della produzione di foraggere causato delle continue piogge della stagione primaverile che ne hanno impedito la semina o comunque compromesso il raccolto».
Tutti i settori della zootecnia pagano dazio a questo caldo. Afa e temperature sopra la media causa un sensibile calo dell’appetito che, di conseguenza, si riverbera sul mancato accrescimento degli animali: «certamente i miglioramenti delle strutture e degli impianti di climatizzazione – conclude la presidente di Coldiretti Brescia Laura Facchetti – ne stanno mitigando le conseguenze».
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