Il cachemire di MargheritaB triplica i ricavi grazie al digitale

La pandemia che non scoraggia ma diventa una occasione di un rebranding, e la rivoluzione digitale che trasforma la crisi economica in una crescita del fatturato che lievita di ben tre volte. Quella di Margherita B, marchio di abbigliamento dell'eccellenza del Made in Italy, è una case history da manuale che, neanche a dirlo, prende le mosse proprio in terra bresciana, e precisamente a Erbusco, nel cuore della Franciacorta, dove ha sede l'azienda.

Ex modella che ha calpestato le passerelle per i grandissimi, da Fendi a Valentino, Milena Salvemini, direttrice creativa di Margherita B, ha dato vita al marchio nel 2002 mossa dal desiderio di «dare colore al cachemire», il suo tessuto del cuore, condannato dalla moda a nuance e tagli seriosi. Un desiderio che in 20 anni di attività è diventato un'azienda strutturata e dinamica, che punta sulla qualità Made in Italy, fatta di materiali preziosi e sostenibili, artiginalità e valore ai dettagli. Capi multitasking dall'ispirazione boho-chic, senza limiti di occasione e di età. Ma la pandemia non risparmia nemmeno una storia così. O almeno, non l'avrebbe forse risparmiata, se la founder di Margherita B non avesse da subito compreso che l'unica strada era il digitale.

Da zero, in tempi record, con l'aiuto del suo team di giovanissimi, la Salvemini mette in piedi un'architettura digitale per Margherita B. Una strategia Omnichannel avanzata; un'operazione di personal branding che vede la stessa fondatrice Milena Salvemini diventare il volto del marchio e creare una customer relationship tra azienda e clienti pressoché unica nel settore: un dialogo quotidiano, diretto e personale, da amica ad amica, che tanto piace agli amanti del web. Inutile dire che il feedback è immediato: i profili social di Margherita B conquistano numeri da brand blasonato, il mercato internazionale si accorge del marchio ed il fatturato triplica, in un momento difficilissimo per le imprese della moda, italiane ma non solo.