Economia

Il bonus è super, ma anche la burocrazia non scherza

Attese di mesi dagli uffici tecnici comunali. Massetti: «Le criticità sui Comuni segnalate dal 42% delle pmi»
Avviare la pratiche potrebbe essere una corsa ad ostacoli
Avviare la pratiche potrebbe essere una corsa ad ostacoli
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Permessi, asseverazioni e attese siderali per la documentazione rilasciata dall’Ufficio tecnico del Comune. La detrazione del 110% per efficientare casa è davvero «super», ma riuscire ad avviare le pratiche del superbonus si rivela - mese dopo mese - una corsa ad ostacoli. Gli incentivi sono enormi, anzi forse abnormi. Coprono l’intera spesa di efficientamento dell’immobile quindi c’è la necessità da parte dello Stato di renderli disponibili solo a chi davvero ne ha davvero diritto con una complessa procedura di asseverazione. Ma c’è un’altro tipo di documentazione che in questi mesi sembra aver contribuito in maniera determinante a non fare decollare lo strumento: le lentezze degli uffici tecnici comunali.

Dalla città ai Comuni del Lago di Garda, passando da quelli della Bassa e su fino alla Valcamonica: sono davvero pochi i Comuni in grado di fornire con efficienza ed in tempi stretti la documentazione necessaria per avviare le pratiche di ristrutturazione di un immobile. «Le imprese ci segnalano tante richieste di preventivi, il che dimostra un notevole interesse, purtroppo le tempistiche sono lunghe, in particolare per l'accesso ai documenti degli ufficio tecnici delle pubbliche amministrazioni» - afferma Eugenio Massetti presidente Confartigianato Brescia e Lombardia che prosegue: «Si è iniziato a parlare di Superbonus 110% ad aprile, a luglio 2020 sarebbe dovuto essere operativo, siamo a marzo 2021 e i cantieri aperti sono ancora pochi. Tanti passaggi non sono ancora stati chiariti, persiste questa sensazione di vagare nel limbo per capire cosa fare e come farlo».

L’ostacolo più grosso? La comprensione delle norme e delle interpretazioni che si sono avvicendate nel corso di questi questi mesi: per questo è necessario ricorrere a tecnici preparati, ingegneri e commercialisti che nel Bresciano non mancano di certo e che in questi mesi si sono specializzati in interventi del 110%. Ma i rallentamenti iniziano ancora prima della fase di progettazione con l'indagine preliminare su tutti i documenti e gli atti depositati in Comune e in Catasto riguardanti l'immobile: «Se non ci sono problemi parte l'iter di progettazione, ma se si trovano incongruenze sul fabbricato, bisogna andare a condonare tutte le incongruenze che ci sono con ulteriori tempi burocratici, aggravati dal fatto che gli uffici pubblici non sono sempre aperti, o per via dell'eccessivo smart working dei dipendenti dei Comuni» spiega Massetti.

Secondo una ricerca effettuata da Confartigianato, quella della mancata risposta di uffici comunali e pubbliche amministrazioni è una criticità rilevata dal 41,8% delle aziende. In effetti da un anno a questa parte con le restrizioni sanitarie, gli uffici hanno infatti spesso orari di apertura limitati, a volte viene garantita la presenza degli addetti solo per un paio di giorni la settimana e affrontare certe problematiche online non è semplice. Dalla richiesta del cliente all’apertura del cantiere, passano circa 6 mesi. «Da tenere presente inoltre il vincolo della tempistica: bisogna arrivare a giugno 2022 con almeno il 70% dei lavori attuati - spiega Massetti -. Ecco perché sollecitiamo da tempo, la proroga a tutto il 2023 e la semplificazione delle procedure per il suo utilizzo».

 

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