Il board di Renault deciderà martedì sulla fusione con Fca
Dai due lati delle Alpi comincia il conto alla rovescia per quello che potrebbe passare alla storia come uno dei più importanti matrimoni franco-italiani dai tempi di Maria dè Medici ed Enrico IV. È stato fissato per martedì prossimo il consiglio d’amministrazione di Renault chiamato a rispondere alla proposta di fusione avanzata da Fca.
Ieri Bruno Le Maire, ha replicato con forza a tutti coloro che in questi ultimi giorni, soprattutto in Francia, si sono mostrati perplessi rispetto all’opportunità di una tale unione. Intervistato dall’agenzia France Presse, l’attuale ministro dell’Economia e fedelissimo del presidente Emmanuel Macron è tornato a promuovere con forza il progetto. Per lui non ci sono dubbi. Si tratta di una «reale opportunità per Renault e l’industria automobilistica francese», ha dichiarato, puntualizzando tuttavia che saranno necessarie tutte le garanzie del caso.
Lo Stato francese, che è il primo azionista di Renault con il 15% del capitale, «vigilerà sul rigoroso rispetto delle quattro condizioni» fissate da Parigi per condurre in porto l’unione con Fca: «Rispetto dell’alleanza Renault-Nissan, tutela dei posti di lavoro e degli stabilimenti industriali, governance equilibrata e partecipazione del futuro gruppo al progetto europeo sulle batterie elettriche».
«Questo progetto - ha assicurato il titolare di Bercy - permette, in particolare, di fronteggiare le sfide dell’auto elettrica, il veicolo autonomo, il veicolo connesso». Vista da alcuni analisti Parigi la possibile fusione tra Fca e Renault potrebbe «creare problemi sulla governance» come è successo «con Essilor-Luxottica», sostiene il responsabile della ricerca di BinckBank Nicolas Chéron, che ha annunciato l’intenzione di vendere il titolo di Renault.
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