Economia

L’identikit delle pmi bresciane, nel segno della famiglia

Angela Dessì
Ma nelle nostre aziende familiari risulta più lento rispetto al resto d’Italia il passaggio generazionale
Il prof. Carlo Salvato, docente di Management all'Università Bocconi - Foto Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
Il prof. Carlo Salvato, docente di Management all'Università Bocconi - Foto Reporter Nicoli © www.giornaledibrescia.it
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In un contesto in cui le Pmi costituiscono la spina dorsale dell’economia territoriale, il tema dei family business e del passaggio generazionale risulta particolarmente strategico, e come evidenzia il focus realizzato dal professore Carlo Salvato dell’Università Bocconi su realtà familiari bresciane con fatturato oltre i 20 milioni, mostra ancora una volta come il sapersi aprire al nuovo mantenendo le radici ben salde a terra possa fare la differenza.

Numeri alla mano, Salvato evidenzia come l’incidenza delle aziende familiari della provincia di Brescia sia superiore di circa 15 punti rispetto al dato dell’Osservatorio Aub Nazionale promosso da Aidaf, EY, Unicredit Wealth Management e Fondazione Angelini in collaborazione con Borsa Italiana (82,7 contro 67,2%), e come dal 2020 in poi le aziende familiari del territorio abbiano registrato tassi di crescita maggiori rispetto a quelle non familiari.

Sotto la lente

Inoltre, le realtà familiari bresciane palesano una solidità finanziaria molto elevata, con un rapporto di indebitamento in decrescita e inferiore alla media delle non familiari. Ma quello che più colpisce son le variabili sulla leadership e sulla cosiddetta diversity negli assetti di governance.

Nelle aziende familiari della provincia di Brescia sono più diffusi i modelli di leadership collegiale (oltre 1 su 2) rispetto alla media nazionale. Tuttavia, negli ultimi dieci anni si è assistito a una riduzione di questo modello, mentre appare in crescita tanto la leadership femminile (di ben 6 punti percentuali superiore rispetto alla media nazionale) quanto quella di leader ultra settantenni. Anche se, precisa lo studioso in merito ai leader più attempati, «dal 2020 in poi tale fenomeno si è quasi arrestato, mentre continua ad esserci e a crescere nelle aziende di dimensioni più piccole».

La governance

Quanto alla diversity negli assetti di governance, l’analisi palesa che il 22,7% delle realtà familiari bresciane è governata da un amministratore unico e ha nel Cda almeno un consigliere under 40 (nel 32,8% dei casi), più del 33% di donne (nel 37,9% dei casi, ed in crescita negli ultimi 5 anni) e almeno un componente non familiare (qui la percentuale arriva al 50%).

Quanto all’apertura del capitale, il 6,8% del campione ha aperto il capitale o ad operazioni di cessione di una quota di minoranza, alla quotazione in borsa (pur mantenendo il controllo) o alla cessione del controllo a terzi.

Risulta leggermente più lento della media nazionale, invece, il passaggio generazionale, che ha comunque subito una netta accelerazione nel 2021. Tuttavia, tiene a precisare in conclusione il professor Carlo Salvato, «le realtà che lo hanno messo in atto hanno registrato un impatto positivo sugli indicatori di performance, dal tasso di crescita dei ricavi al Roe sino al rendimento dei dipendenti». 

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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