Economia

I vivaisti bresciani chiedono la «defiscalizzazione» del verde

Prandini: al Paese serve un salto culturale. Il settore a Brescia vale 60 milioni
Il settore del verde. Nella nostra provincia ci sono circa 180 vivai
Il settore del verde. Nella nostra provincia ci sono circa 180 vivai
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Il settore florovivaistico bresciano è da sempre una eccellenza nel panorama nazionale grazie alla qualità imprenditoriale e alla varietà delle attività svolte. Nella nostra provincia ci sono infatti: 180 vivai, 60 coltivazioni in serra, 45 riproduzione di piante e 460 imprese di manutenzione del verde. Tutte queste attività danno lavoro diretto a oltre 1300 persone, ma l'indotto è molto più ampio seppure permangono problemi irrisolti di mercato e di riconoscimento della qualità professionale messa in campo per la gestione del verde. Il business.

Anche perché il florovivaismo bresciano è un patrimonio che vale oltre 60 milioni di euro di fatturato, ma che da un paio di anni resta stabile e non riesce a crescere a causa di una riduzione delle vendite e di una stagnazione della domanda di realizzazione di opere per il verde pubblico e privato. Da qui la necessità, per lo meno, di interventi per supportare le aziende riducendo il costo del lavoro, il contenimento del costo energetico, che è tra i più alti d'Europa, e l'introduzione di agevolazioni fiscali per l'arredo verde e l'obbligo per le amministrazioni pubbliche per i lavori di manutenzione di utilizzare imprese qualificate.

«Stiamo lavorando con grande impegno insieme all'Associazione Florovivaisti bresciani per rilanciare un settore che fino a poco tempo fa si trovava in forte difficoltà. In particolare - commenta Ettore Prandini presidente di Coldiretti Brescia - stiamo operando su due questioni: da una parte la norma che regola l'attività di manutenzione del verde attraverso l'iscrizione obbligatoria al Registro dei produttori florovivaistici, il cosiddetto giardiniere professionista, figura oggi che e' riconosciuta ma che deve essere ancora normata definitivamente e dall'altra la grande battaglia della defiscalizzazione del settore».

Infatti su questo ultimo aspetto c’è ancora scarsa sensibilità dell'amministrazione pubblica seppure l'importanza della gestione del verde e' fondamentale per la conservazione ambientale del territorio. «In questo senso - spiega Prandini - bisogna intervenire in modo strutturale per combattere lo smog con un bonus fiscale verde per favorire la diffusione di parchi e giardini in città capaci di catturare le polveri e di ridurre il livello di inquinamento. Ecco perché dobbiamo considerare il verde un valore strategico sia per quanto riguarda la salute che per la qualità della vita e per questo è necessario sostenere il settore florovivaistico con misure di defiscalizzazione degli interventi su giardini e aree verdi. Bisogna - conclude il presidente Prandini - puntare sulle essenze autoctone e garantire la qualità e la resistenza di quelle messe a dimora in modo che possano vivere a lungo svolgendo un'azione persistente».

In fin dei conti il florovivaismo è un'attività storica nella nostra provincia che spesso non e' conosciuta e quindi poco riconosciuta, ma che sfrutta la diversità del territorio per garantire una serie di servizi e di produzioni di fiori e piante di primaria qualità, nonché di una manutenzione professionale delle aree verdi che in tanti ci invidiano e che meriterebbe, essendo un'eccellenza, un marchio di denominazione di origine protetta come per i formaggi, i vini e i prosciutti.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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