Hub della conoscenza, nella Bassa Bresciana nasce un trampolino di lancio verso il futuro
Nel cuore della Bassa Bresciana nasce il primo «Hub della Conoscenza». Un trampolino verso il futuro per le giovani generazioni, integratore di competenze d’eccellenza da mettere al servizio del territorio con una prospettiva industriale e gestionale orientata alla sostenibilità. È questa la nuova sfida che verrà lanciata da Cassa Padana nel corso del convegno dal titolo «Agricoltura Domani. Una questione di conoscenza».
Ad affiancare l’istituto di credito cooperativo in questa nuova impresa saranno il Politecnico di Milano e l’Istituto di istruzione superiore Capirola di Leno. «Cassa Padana è fondata sul bene comune, come sancito dall’articolo 2 del nostro statuto - spiega il direttore generale Andrea Lusenti -. Siamo fortemente sinergici al nostro territorio ci facciamo promotori del cambiamento».
Ma perché farsi promotori di questa iniziativa?
«Lavoriamo tutti nelle zone d’origine, proveniamo dalla tradizione contadina e artigianale. Nessuno meglio di noi rappresenta l’ecosistema locale.
Per questo e per altre motivazioni non ci possiamo sottrarre alle grandi responsabilità imposte da questa irreversibile trasformazione. Leggere i cambiamenti in atto e fornire soluzioni a nuovi bisogni che avanzano è un nostro compito. Una banca locale come Cassa Padana si sente in dovere di farsi promotrice di una nuova consapevolezza imprenditoriale, sociale, pubblica».
Come nasce l’idea di un «hub»?
«È la naturale evoluzione di un progetto che ha interessato la nostra struttura corporate finalizzato a sostenere le aziende del territorio con percorsi di riorganizzazione, digitalizzazione, ricambio generazionale e finanza straordinaria affiancando il mondo imprenditoriale nelle scelte strategiche. Una scelta importante, dettata dal contesto economico e dal quadro normativo che abbiamo di fronte, che dobbiamo interpretare non come imposizione ma come opportunità di cambiamento. Il nostro ruolo, come banca locale, è anche quello di decodificare queste normative e renderle occasione di miglioramento e crescita.
Non saremo soli in questo percorso. Al nostro fianco uno dei centri di eccellenza del nostro Paese, il Politecnico di Milano e l'Istituto Superiore Capirola di Leno con il sostegno della provincia di Brescia».
Ha parlato di normative da decodificare e rendere occasione di crescita. Quali sono queste normative?
«Nel concreto, le disposizioni in materia Esg favoriranno sempre più una maggior attenzione all’ambiente e al sociale, ma anche una più moderna rivisitazione della Governance, oggi tassello imprescindibile per competere con mercati sempre più selettivi ed evoluti.
La normativa Basilea 3 sarà l’occasione per sviluppare una nuova sensibilità in termini di capitalizzazione delle nostre Pmi che risultano mediamente carenti sul lato patrimoniale e che troveranno nella finanza straordinaria uno degli strumenti per risolvere questa criticità. Il Nuovo codice sulla crisi d’impresa innescherà quella metamorfosi necessaria a dotare le aziende di adeguati assetti, organizzativi, contabili, amministrativi in grado di prevenire e anticipare tensioni e crisi d‘insolvenza».
Un ambizioso progetto che nasce dal privato, ma che ha anche una funzione profondamente pubblica.
«Si, ma ad un avvio di natura privatistica seguirà il successivo coinvolgimento di soggetti pubblici e di soggetti privati che vogliano condividere gli intenti e le progettualità».
Che attività sono previste?
«Nel primo anno di lavoro, l'Hub della Conoscenza, che avrà sede in Villa Seccamani a Leno, si concentrerà sull'organizzazione di incontri e convegni per accelerare le dinamiche di cambiamento. Altra importante attività sarà la formazione, perché le risorse umane giocheranno un ruolo chiave. La rilevanza che il tema della competenza gioca per la competitività delle imprese richiede ai soggetti del territorio, anche quelli che fino ad oggi hanno fatto un modesto ricorso alla formazione e se l’hanno fatto si sono concentrati sugli aspetti regolamentari, di valutare con maggior frequenza l’opportunità di accedere a percorsi formativi».
Come coinvolgere le imprese del territorio?
«Intendiamo concentrarci su progetti di filiera, individuando settori distintivi e coinvolgendo le imprese per lavorare insieme su azioni di cambiamento e strategie di business. Partendo dall’agricoltura andando ad identificare le principali sfide che il mondo dell’agricoltura dovrà affrontare nei prossimi anni, per far fronte ai cambiamenti in atto nel mondo e per aumentare la propria competitività».
Quanto sono importanti i giovani in questo progetto?
«Accanto a noi ed al Politecnico ci sarà anche l’Istituto Superiore Vincenzo Capirola di Leno perché ingaggiare i giovani significa guardare strategicamente al domani delle nostre comunità. Non solo. Significa dare forza alla correlazione fra scuola e lavoro e spazio ai giovani che possiedono significative competenze digitali e ambientali. Immaginiamo il parco di Villa Seccamani come luogo di continui scambi di idee, di tavoli di lavoro allargati, di incontro tra talenti e aziende.
La complessità del contesto tecnologico impone alle imprese di portare avanti importanti progetti di cambiamento e dotarsi di uno stock di competenze diverso al recente passato. È necessario attrarre giovani talenti in grado di innescare dinamiche di crescita delle competenze e riarticolazione delle attività della catena del valore. Dalla loro partecipazione attiva dipende il futuro dei nostri territori e quindi di Cassa Padana».
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