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Hub della conoscenza, «la contaminazione del sapere apre strade ai giovani»

Parla Gianmarco Martelloni, dirigente scolastico dell’Istituto Capirola di Leno
Il dirigente Gianmarco Martelloni - © www.giornaledibrescia.it
Il dirigente Gianmarco Martelloni - © www.giornaledibrescia.it
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«Non sempre nella vita si finisce per svolgere il mestiere che si sogna da ragazzi: quanti adolescenti immaginano, che so, di fare il preside da adulti? Credo nessuno».

Per Gianmarco Martelloni - dirigente scolastico dell’Istituto Capirola di Leno, realtà formativa che rappresenterà uno dei pilastri del progetto «Hub della conoscenza» - l’orizzonte entro cui i nostri ragazzi si muovono oggi è enormemente diverso rispetto a quello anche solo di 15, 20 anni fa. «Le menti più acute si stanno interrogando sulla densità dei cambiamenti intervenuti nell’economia globale, nella rivoluzione tecnologica dai confini ancora nebulosi, nello scenario geopolitico internazionale, nei costumi, nei valori collettivi. Una parte significativa dei 2.230 studenti dell’Istituto che dirigo tra qualche anno svolgerà una professione che oggi non solo non esiste, ma di cui non è possibile tracciare un contorno».

Per Martelloni la scuola riesce spesso a tenere insieme gli estremi: «È luogo detestato e amato allo stesso tempo; palestra di vita paradossalmente percepita come ostacolo che si frappone alla realtà; sempre uguale a se stessa eppure protagonista di continui cambiamenti; povera, ma ultimamente beneficiaria di ampi fondi, forse non sempre ben destinati.

Siamo dei custodi con lo sguardo sul passato, tuttavia sporcandoci le mani col presente. Gestiamo uno spazio etico che deve essere anche pragmatico e concreto, perché abbiamo l’ambizione di aiutare i ragazzi a diventare persone, cittadini e lavoratori pensanti». Ma la sfida che attende i giovani è cruciale.

«Per combattere l’abbandono e la dispersione scolastica, ridurre la distanza tra scuola e società e mondo produttivo e quindi aiutare gli studenti a formarsi, una delle strade è quella di consolidare e aumentare il confronto tra scuola e realtà culturali, economiche e sociali». «Nell’era dell’immateriale, paradossalmente hanno importanza la contaminazione diretta, gli incontri con gli specialisti, i laboratori in collaborazione con imprese, Fondazioni e Università, i Pcto e l’orientamento ben agganciati al territorio».

Per questa ragione secondo Martelloni il servizio migliore che la sua scuola può garantirgli «è una relazione costruttiva con i suoi stakeholder, col territorio, con gli esperti dei vari settori, con le teste pensanti, in sintesi, con le parti migliori della realtà. La vita è una sequenza di vicende in cui forze spesso soverchianti e impreviste muovono i nostri fili e ci conducono ora qua ora là. Ciò che davvero è determinante per il singolo, sono la qualità degli incontri, la stratificazione delle esperienze, il sapere quando diventa saper fare ed essere».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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