Habito: mobili come sculture che fanno il giro del mondo
Mobili come sculture. Pezzi unici, riconosciuti e riconoscibili in tutto il mondo per la loro bellezza. Nell’officina di via Borano a Nave i figli dello scultore Giuseppe Rivadossi, Emanuele e Clemente, nel mostrare i pezzi in lavorazione illustrano le loro diverse destinazioni.
«Stiamo preparando una boiserie in ciliegio - raccontano -, 200 metri cubi di materiale, che andrà a rivestire due stanze disposte su 500 mq. Si tratta di ben 1.400 pannelli per il soffitto e di altri 200 per le pareti, per un privato in Cina. E per avere tutto il legno che ci serviva siamo andati a cercarlo non solo in Italia, ma anche in Francia».
Negli spazi dove oggi lavorano in una dozzina di persone, tra falegnami e veri e propri scultori del legno, allievi di Rivadossi per anni, ci sono pure un letto che partirà per la Russia e una credenza che arriverà in Canada.
L’occhio cade anche su alcune piccole vaschette di legno piene d’acqua, le «prove» per realizzare una vera vasca da bagno, per studiare non solo il tipo di legno più adatto ma anche il metodo di lavorazione più indicato. Un pezzo - pure questo - che una volta ultimato sarà destinato alla Russia.
«Stiamo lavorando molto con l’estero - aggiungono i due fratelli -. Compone almeno l’80% del nostro fatturato. E non c’è un Paese che chiede più di un altro. Oltre alle fiere internazionali, un canale che abbiamo aperto con l’estero è quello delle aste».
Dopo gli anni davvero difficili della crisi, con un dimezzamento dei ricavi che nel periodo precedente erano arrivati a toccare i due milioni di euro, la Giuseppe Rivadossi-Habito ha ritrovato un certo equilibrio. «E siamo artigiani», ribadiscono i due giovani cresciuti tra i blocchi di noce o di tiglio, gli scalpelli e le sgorbie del laboratorio paterno. Dove hanno respirato e assorbito l’amore per il legno e le sue più diverse lavorazioni. Quelle lavorazioni a scavo, a sgorbia, a finestrella, ad incastro, per realizzare superfici che ricordano le increspature delle onde del mare o il rincorrersi delle dune di un deserto.
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