Guerre, export, mismatch: le preoccupazioni degli artigiani bresciani
Le crisi geopolitiche e la recessione della Germania colpiscono anche le imprese bresciane, della meccanica e dell’automotive su tutte. Lo dice l’analisi condotta dall’Ufficio studi di Confartigianato presentata in occasione della tradizionale conferenza di fine anno dell’associazione di via Orzinuovi.
I dati sono incontrovertibili. Nel primo semestre del 2024 l’export bresciano verso la Germania di prodotti manifatturieri cede del 15,3% a fronte di un calo nazionale del 6,7%. La Germania è infatti il primo mercato di esportazione per la nostra provincia, seguito da Francia e Stati Uniti e Brescia fa parte dei primi quindici territori per vendita di macchinari sul mercato tedesco (calo di esportazioni del 12,4%). È la seconda provincia italiana per occupazione nell’artigianato manifatturiero, ma ha subito un calo delle esportazioni del 5,2%, superiore alla media nazionale dell’1%. La ripresa del commercio mondiale è lenta, solo +1,5% nei primi nove mesi di quest’anno, la produzione manifatturiera in Italia è diminuita del 3,4%. «L’incremento del Pil è solo dello 0,4%. L’Europa sta dentro una bolla di stagnazione e Brescia, provincia vocata all’esportazione, dipende dalla domanda internazionale – conferma Carlo Piccinato, segretario generale di Confartigianato Lombardia –. La domanda interna diminuisce dello 0,2%. La gente spende meno per la perdita del potere d'acquisto. E questo ha conseguenze per le aziende. Non è un bene per l’impresa che l’inflazione sia così bassa. È dentro questa macroeconomia che stanno i i dati bresciani. Ci sono poi i tassi di interesse vergognosamente alti. Se Trump deciderà di mettere i dazi, potrebbe costare caro alle aziende bresciane, un miliardo e quattrocento milioni in meno di fatturato».
Il mercato del lavoro si indebolisce
C’è un altro dato che preoccupa. Dopo un biennio di espansione, il mercato del lavoro bresciano registra un segnale di indebolimento. Tra il 2021 e il 2023 l’occupazione in provincia di Brescia è salita dell’1,3%, con un maggiore traino di quella femminile (+2%), ma resta elevata la carenza di manodopera. Il 53,4% delle imprese bresciane prevede di avere difficoltà a trovare i profili desiderati. «C’è la la caccia al lavoratore specializzato da parte delle piccole imprese che non possa fare a meno di digitalizzarsi – spiega Piccinato –. Rischiano di diventare palestre per i giovani che poi scappano verso le imprese grandi. Dobbiamo avere livelli retributivi al livello della grande industria. C’è il problema demografico. Con il calo delle nascite, nei prossimi anni, diminuiranno ancora i lavoratori attivi. Non c’è stata poi una selezione dei flussi migratori per avere manodopera specialuzzata». Le aziende bresciane sono però al passo con i tempi. Il 74% di quelle lombarde, ma pure di casa nostra, sta investendo nella green economy.
Intelligenza artificiale
L'altra sfida è l'intelligenza artificiale. Il 15% delle aziende bresciane l’ha adottata. Brescia inoltre è la terza provincia italiana per numero di imprese che producono robot industriali Il credito resta un problema serio. «L’aumento del costo del denaro ha ridotto la domanda di credito bancario, comprimendo gli investimenti. E ha fatto aumentare il costo del credito – precisa Piccinato –. Nel biennio 2023 - 2024 le imprese bresciane hanno sostenuto maggiori oneri finanziari per 1,4 miliardi di euro».
Bilancio associativo
La conferenza di fine anno è anche occasione per Confartigianato Imprese e Lombardia Orientale per stilare il bilancio associativo. «Abbiamo confermato il numero di iscritti del 2023, abbiamo oltre 15mila imprenditori associati, con le crisi del manifatturiero e dell’automotive – sottolinea il presidente Eugenio Massetti, che a fine novembre è stato riconfermato vicepresidente vicario nazionale di Confartigianato ed è il nuovo presidente di Vist Brescia –. Se parliamo di turismo, sono arrivati meno tedeschi in Italia ma questa mancanza è stata integrata dagli americani C’è una proposta di legge sulla rappresentanza ferma in Parlamento. Noi chiediamo che l’artigianato non sia più rappresentato dalla soglia dei 15 dipendenti ma dei cinquanta, adeguandoci alle norme europee».
Massetti prosegue: «Le imprese nostre associate iscritte alla Camera di commercio sono 6.956, su un totale di aziende iscritte in generale ad un’associazione artigiana pari 10.964 e su complessive 40.132 iscritte ad un’associazione. In Camera di Commercio siamo i primi per iscritti tra le imprese totali. Inoltre la nostra Cooperativa artigiana di garanzia è entrata a fare parte di Confidi, terzo a livello nazionale per raccolta e operatività».
Interpellato su temi caldi come l’aeroporto di Montichiari e pedaggi sulla Corda Molle, Massetti chiosa: «Sono nel Cda di Abem e siamo molto arrabbiati per quello che sta avvenendo. Ma qualcosa si sta muovendo. L’atteggiamento della politica lombarda sta cambiando, il presidente di Regione Lombardia si sta schierando con l’aeroporto di Montichiari. Per quanto riguarda il pedaggio sulla Corda molle sono senza parole. È molto condivisa l’opinione che non si debba caricare di ulteriori costi la nostra provincia».
Riproduzione riservata © Giornale di Brescia
Iscriviti al canale WhatsApp del GdB e resta aggiornato
@Economia & Lavoro
Storie e notizie di aziende, startup, imprese, ma anche di lavoro e opportunità di impiego a Brescia e dintorni.