Economia

Gruppo Saleri, crescono ricavi e utile: «Compiuta la prima metamorfosi»

Nel bilancio del 2023 sono stati superati i massimi storici. Cosmi passa il testimone al neo amministratore delegato Cosciani Cunico
Una linea produttiva del Gruppo Saleri
Una linea produttiva del Gruppo Saleri
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I numeri espressi nel bilancio 2023 «segnano il punto più alto mai raggiunto in termini di performance economica e finanziaria» per il Gruppo Saleri. Lo sottolinea con legittima soddisfazione l’ormai ex Ceo Matteo Cosmi nella sua ultima lettera agli azionisti.

Giovedì scorso l’assemblea dei soci dell’azienda di Lumezzane (pompe ad acqua e altri componenti dell’automotive) ha nominato il nuovo Consiglio di amministrazione che trova ancora al vertice il presidente Francesco Italo Saleri, ma adesso, seduto al suo fianco, nella veste di amministratore delegato, è stato riservato un posto a Nicola Cosciani Cunico. «Ora si apre un nuovo ciclo su fondamenta molto solide», commenta il neo amministratore delegato, prendendo il testimone da Cosmi, che lascia facendo un’analisi singolare, di medio lungo periodo, anziché centrata sull’ultimo esercizio.

Il punto

Per capire meglio il suo discorso, però, va fatto un piccolo passo indietro sulla linea del tempo. Lo scorso anno, sempre in concomitanza all’approvazione del bilancio, Cosmi aveva mandato un messaggio chiaro ad azionisti, clienti e fornitori della Sil: «Quello che il contesto del 2022 e dell’anno in corso sembrano prospettare – scriveva – è un’urgenza di crescita ulteriore del nostro gruppo, crescita che oggi più che mai, siamo pronti ad affrontare».

Un impegno a cui la realtà bresciana non si è sottratta, anzi. Basti vedere gli ultimi risultati approvati dal Cda e che l’ex Ceo mette a confronto con quelli del 2019, all’inizio del suo mandato: i ricavi sono aumentati del 30%, da 157 a 203,6 milioni di euro; medesimo trend per l’Ebitda, da 17,6 a 23,1 milioni; l’utile netto compie invece un balzo del 100%, da 2,1 a 4,3 milioni e il rapporto tra la Posizione finanziaria netta e l’Ebitda è migliorato dal 2,3% all’1,9% (l’indebitamento finanziario netto a 44 milioni segna una diminuzione di 14,7 milioni). «Gli ultimi cinque anni – continua Cosmi – non sono qualificabili come "normali". Sono cinque anni che portano con sé allo stesso tempo un inequivocabile cambio delle nostre abitudini di vita privata e la "metamorfosi" del Gruppo Saleri».

Ispirato, forse, dallo scrittore boemo Franz Kafka, di cui ieri si sono celebrati i cent’anni dalla morte, il manager descrive nella sua relazione un processo complesso, di cambiamento e trasformazione appunto, che ha consentito all’azienda bresciana di diventare una realtà «internazionale». «Abbiamo mutato il nostro assetto produttivo/geografico locale – spiega Cosmi –. Il perimetro globale del gruppo nel 2019 consisteva della realtà italiana di Brescia e dello stabilimento cinese che in gran parte produceva intercompany: ora siamo un gruppo di sette stabilimenti produttivi nel mondo, dal Messico alla Cina, passando per Europa, India e Taiwan». Negli ultimi cinque anni, inoltre, si è sviluppata la business unit Aftermarket (i ricavi sono passati da 14,5 a 37,5 milioni) e con l’acquisizione della Abl Automazione, i Saleri hanno investito anche nell’efficienza dei processi produttivi.

Di conseguenza, puntualizza ancora l’ex Ceo: «Siamo cambiati, da una visione local a un visione globale: il nostro top management agisce con raggio d’azione e responsabilità globali e non più solo locali. Abbiamo imparato più lingue, siamo stati capaci di confrontarci con persone di culture molto diverse dalla nostra. Ora siamo un gruppo internazionale riconosciuto, rispettato e temuto». E sempre nell’ambito di questa fatidica «metamorfosi» compiuta dalla Saleri, Cosmi rileva la trasformazione «da azienda meccanica ad azienda meccatronica», che «sostiene la transizione tecnologica della mobilità per la riduzione delle emissioni in atmosfera». Contestualmente nei sette stabilimenti del gruppo si è ricercata «una maniacale ed ossessionata attenzione alla sicurezza e alla salute» dei collaboratori (660 addetti in totale contro i 622 del 2022) e «nel rispetto dell’ambiente».

Lo scenario

La fatidica metamorfosi del gruppo Saleri, tuttavia, non segna un punto d’arrivo, bensì la prima tappa di un lungo percorso. «Ci aspettano altri cinque anni non meno interessanti – conviene Cosmi –. Il nostro business plan proietta ricavi al 2028 per oltre 350 milioni con Ebitda ad oltre 45 milioni. Sono certo che la Saleri ce la farà». Ne è convinto anche Nicola Cosciani Cunico, forte peraltro di un portafoglio ordini nel segmento «Original equipment» (componenti originali, ndr) 2024-29 pari a 1,3 miliardi: «Anche i nostri clienti si stanno trasformando e noi saremo capaci di seguirli seguendo le loro traiettorie di sviluppo. Il "tronco" del nostro gruppo rimarrà a Lumezzane e ora dobbiamo far crescere i nostri "rami" nel mondo con un progetto organico».

Resta solo un rimpianto: «È ancora viva in tutti noi la memoria di mio padre, Basilio – chiude il presidente Francesco Italo Saleri, ricordando l’imprenditore prematuramente scomparso a inizio 2023 –, colui che, insieme a brillantissimi collaboratori, è riuscito a trasformare il nostro gruppo in un punto di riferimento per i principali produttori europei di autoveicoli».  

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