Da Brescia al porto di Trieste: Tm monta due gru giganti

Parlano bresciano le due maxi gru Sts partite in questi giorni a bordo di una chiatta dal porto di Marghera alla volta del molo VII di Trieste dove, in forza al Trieste Marine Terminal, sono andate a ampliare l’equipaggiamento dell’hub consentendo il carico e scarico anche delle navi porta container più grandi.
Le due gru - che, per intenderci, potremmo paragonare a dei veri e propri palazzi a bordo banchina, se si considera che sono alte circa 100 metri ed hanno un braccio sul mare di oltre 73 - sono infatti state interamente assemblate dalla Tm, srl bresciana fondata nel 2017 dai fratelli Ferdinand e Sandy De Giacomi e sin dagli esordi specializzata nei montaggi industriali, meccanici ed elettrici, in diversi settori, dal siderurgico al petrolchimico sino appunto al portuale, che sta dando particolari soddisfazioni.
Gli ordini
«Con questo montaggio stiamo terminando un lavoro iniziato a fine novembre 2024 per conto di Liebherr: la commessa prevedeva lo scarico della nave, proveniente dallo stabilimento di Killarney in Irlanda, che trasportava le componenti delle due grandi gru Sts (acronimo per "ship-to-shore", cioè gru che caricano e scaricano i container dalle navi), l’assemblaggio a terra delle e il successivo sollevamento in quota delle due grandi strutture» racconta Ferdinand De Giacomi che prosegue: «Per questa commessa sono state impegnate 30 persone del nostro team a cui si sono aggiunge un’altra ventina di persone nell’indotto del cantiere».Sono state dunque circa cinquanta le persone impegnate in questo progetto «tutto italiano».
Debutto in Italia
Questo infatti, sottolinea De Giacomi, è il primo lavoro che l’azienda ha svolto per un porto italiano in un’area italiana. «In estate dovremmo iniziare un nuovo cantiere al porto di Costanza in Romania», prosegue De Giacomi che guarda al 2025 con fiducia, complici numeri che nel 2024 hanno confermato un fatturato di circa 5 milioni per la società di via Triumplina. Certo, qualche mal di pancia oggi non manca, non solo per lo scenario incerto dettato dal contesto internazionale ma anche e soprattutto per quanto concerne l’hub di Marghera.
«L’area intermodale di Marghera, che già in un paio di occasioni abbiamo utilizzato per il montaggio, pare non sarà più disponibile a breve perché è stata acquistata dall’autorità portuale che ne farà il nuovo scalo turistico per la città di Venezia», dettaglia il titolare della srl di via Triumplina, che prosegue: «È sempre un peccato perdere aree come questa che, oltre ad essere strategiche per il mercato italiano ed estero, contribuiscono anche a creare lavoro, non solo per le aziende che operano direttamente nell’hub ma anche per l’indotto che creano nel corso del cantiere. Tuttavia, si tratta di imprevisti che un imprenditore è abituato a gestire, e anche per questo ci stiamo già organizzando ricercando aree idonee al nostro tipo di attività in Croazia, in Grecia e nel Sud Italia»
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