Green pass per gli over 50: il quadro nelle aziende bresciane
Sulla carta, stando alle stime, avrebbero potuto essere tra i 13 e i 15mila i bresciani over cinquanta non vaccinati e quindi coinvolti, dallo scorso martedì 15 febbraio, dal provvedimento che vieta loro di entrare nel luogo di lavoro, pena una multa tra i 600 e i 1.500 euro per chi eluderà i controlli. Nella realtà, stando invece ai commenti dei vertici sindacali territoriali, paiono essere molti di meno, certo non sufficienti a bloccare la macchina dell’economia provinciale.
Complici due mesi di tam tam mediatico in cui i No vax meno convinti hanno potuto capitolare e decidere di percorrere la strada della vaccinazione, i casi di coloro che in questi giorni si sono visti costretti a restare a casa senza stipendio sembrano infatti essere davvero pochi. «Dal giro di telefonate che abbiamo avviato da martedì ci risultano tre o quattro casi in Iveco, comunque pochissimi a fronte di oltre 1.600 dipendenti, e pochi altri nelle altre aziende, segno che nel bresciano il problema degli over 50 non vaccinati è davvero poco incombente», commenta Alberto Pluda, alla guida della Cisl provinciale, che aggiunge: «la cosa ha un po’ stupito anche noi, che come sempre accade in queste circostanze ci aspettavamo telefonate di protesta o di richiesta di chiarimenti che invece non ci sono state».
Sulla medesima lunghezza d’onda anche gli omologhi di Cgil e Uil. «Non abbiamo avuto segnalazioni particolari di lavoratori che sono stati costretti a restare a casa senza stipendio, la situazione è tranquilla», tira corto Francesco Bertoli della Camera del Lavoro mentre Mario Bailo, alla guida della Uil provinciale, azzarda: «Anche noi non abbiamo segnalazioni di criticità, se non qualche caso isolato: forse, anche in vista della prospettiva della fine dello stato di emergenza da fine marzo, chi si trovava in una situazione incerta ha deciso di ricorrere ad altri strumenti contrattuali per bypassare questo mese e mezzo, magari prendendo le ferie o l’aspettativa».
Verso il 31 marzo
Certo la data del 31 marzo è da appuntare sul calendario, anche se per i confederali è decisamente troppo presto per fidarsi dell’idea dell’abrogazione del certificato verde. «Credo sia prematuro oggi affrontare questo argomento – dice Bertoli -: stiamo a vedere come evolvono le cose prima di pensare all’eliminazione del Green pass». Anche per Confindustria, di problemi relativi ai No vax ultracinquantenni non ve ne sono. «Forse – commenta Roberto Zini - è merito anche della convinta battaglia per il vaccino che è stata fatta sul territorio. A Brescia i numeri dei non vaccinati non sono quelli di altre province».
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