Economia

Grano russo in Italia, l’import è cresciuto del 1.164% in un anno

Le derrate agricole russe non sono mai state messe sotto sanzioni dall’Ue e dunque gli acquisti sono regolari
La mietitura del grano - © www.giornaledibrescia.it
La mietitura del grano - © www.giornaledibrescia.it
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In crescita del 1.164% nell’ultimo anno. È il dato di importazione di grano russo in Italia, in particolare di frumento duro, quello cioè che si «trasforma» in pasta. Come può essere? E perché accade? Visto oltretutto che i dati sono innegabili perché elaborati dal Centro studi Divulga sulla base di statistiche Istat e della direzione generale Agricoltura della Commissione europea.

Innanzitutto, a differenza del petrolio, di gran parte dei prodotti in acciaio o dei diamanti, le derrate agricole russe non sono mai state messe sotto sanzioni dall’Unione europea e dunque gli acquisti da parte di operatori italiani sono in sé legali. La spiegazione più «tecnica» arriva da Aretè - the agri-food intelligence company - realtà indipendente di ricerca, analisi e consulenza nei settori dell’agricoltura e del food.

Raccolto abbondante

La Russia ha «approfittato» di un raccolto 2023/24 abbondante (vicino ai record delle campagne 2022 e 2023) in una congiuntura: di fabbisogno di importazione record in Ue (dopo due campagne di cali produttivi); di bassa qualità del frumento Ue; di una limitata disponibilità di prodotto in Nord America, principale area di esportazione (-30% la produzione 23/24 canadese). A questi fattori endogeni si sommano: la crisi del rublo russo, che rende molto competitiva l’esportazione e – non ultimo, come detto sopra - l’assenza di limitazioni commerciali.

Sempre secondo Aretè l’anomalia è tuttavia destinata, almeno in parte, a rientrare visto che il Governo russo ha approvato, fino a maggio, un divieto per le esportazioni di frumento duro anche se si stima - sottolineano gli studiosi di Aretè - che la quasi totalità della disponibilità vendibile sia già stata esportata.

L’offerta dal Canada

Per la prossima campagna si prevede un calo produttivo in Russia e un aumento dell’offerta Nord Americana in particolare dal Canada, tradizionalmente principale fornitore estero dei produttori italiani di pasta. Non solo. La domanda molitoria Ue, nel breve termine, è prevista spostarsi su una qualità più alta rispetto a quella del frumento russo che, generalmente è esportato verso economie a reddito medio basso.  

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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