Grano duro, Barilla fa spesa da 5mila imprese
Saranno 900.000 le tonnellate di grano duro acquistate dal 2017 al 2019 da Barilla attraverso i contratti nazionali di coltivazione. Si tratta del frutto degli accordi triennali che il gruppo di Parma ha stipulato con oltre 5.000 imprese agricole italiane e che riguardano oltre 65.000 ettari di superficie destinata alla coltivazione del grano duro.
I contratti garantiscono alle imprese di accedere ai finanziamenti pubblici per un importo di 10 milioni di euro e di avere una migliore redditività del 15% superiore, in media, rispetto ai contratti standard, grazie anche ad un bonus legato a una produzione di qualità maggiore. Attraverso sistemi di coltivazione più sostenibili ed efficienti, ad esempio, la rotazione delle colture o il giusto dosaggio dei fertilizzanti, si riducono inoltre i costi per gli agricoltori e l’impatto ambientale.
L’accordo coinvolge anche alcune imprese agricole della nostra provincia che hanno aderito a questo contratto quadro che va nella valorizzazione del grano duro come alternativa colturale da promuovere, ma che a causa del meteo e del mercato ha visto dimezzare le superfici coltivate a poco più di un migliaio di ettari. In effetti per il grano duro uno degli strumenti per poter recuperare qualche euro in più rispetto alla riduzione dei listini dei prezzi riconosciuti agi agricoltori è accedere al contributo accoppiato firmando i contratti di filiera.
L’Italia può contare su un milione e 350mila ettari di coltivazioni di grano duro con un raccolto che sfiora i 4 miliardi e 300 milioni di chili concentrato nell’Italia meridionale, soprattutto in Puglia e Sicilia che da sole rappresentano circa il 40% del totale nazionale. Nel mondo l’Italia detiene il primato sulla produzione di pasta con 3,2 milioni di tonnellate all’anno davanti a Usa, Turchia, Brasile e Russia.
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