Grana Padano, nel nuovo piano 7 milioni di forme entro il 2030
Export, marketing e un nuovo piano produttivo della durata di 6 anni spingono la crescita del Grana Padano, che entro il 2030 punta ai 7 milioni di forme contro i 5,4 dell’anno appena concluso.
È un progetto decisamente ambizioso quello messo in pista dal Consorzio di tutela del Grana Padano presieduto da Renato Zaghini, ad oggi la più grande (e consumata) Dop italiana a valore: da alcune settimane, infatti, è entrata nel vivo la discussione relativa al piano di sviluppo per il periodo 2025/2030, tutto imperniato sulla continuità e sulla flessibilità.
«Il nostro traguardo principale – chiarisce il presidente Zaghini in una nota – è quello di rendere il sistema del Grana Padano sempre più performante e dinamico come consumi, soprattutto considerando l’aumento del costo della borsa della spesa degli italiani. Non è, pertanto, una novità, ma sempre di più la vera crescita dei consumi di Grana Padano è destinata a ripartire dall’export e quest’anno, ancora di più, considerando anche i mercati d’oltreoceano».
L’obiettivo
Proprio l’export, infatti, vale già circa il 50% del fatturato complessivo, ma la stima è di arrivare oltre il 60% entro il 2030, cavalcando anche la possibilità di grattugiarlo in loco.
«Uno dei formati più dinamici – precisa Zaghini – è quello del grattugiato che continua avanzare in Europa e traina le vendite export, ma non è adatto ai lunghi viaggi. Occorrerà, a questo punto, pensare a come farlo arrivare oltreoceano. La soluzione è quella tradizionale, di allungare la shelf-life, o introdurre delle deroghe sul luogo di grattugia, in modo da far eseguire in loco questa operazione. Lo stiamo facendo per il Giappone con ottimi risultati, ovviamente con la vigilanza stretta del Consorzio di tutela. Il Canada è, per esempio, una delle nostre mete a lungo raggio. Sarà questa una delle decisioni da prendere da parte del nuovo Cda del Consorzio ovviamente dopo opportune analisi e riflessioni».
Aumento delle quote
Quanto al nuovo piano produttivo, per l’anno in corso il piano 2022-2024 prevede un aumento delle quote del 2,1%, ma se nei prossimi cinque anni la produzione di Grana Padano dovesse attenersi alla «regola aurea» del 2,5% di incremento medio annuo, chiarisce ancora il presidente, nell’arco di un decennio si arriverebbe a una crescita di altri 10 punti percentuali. E qui arriva la promozione.
«Per creare un mercato di nuovi consumi – tira corto – occorre organizzare attività di promozione del prodotto mirate e targetizzate sull’area corretta e sulle diverse tipologie di consumatore». Ecco perché, solo per il 2024, il Consorzio di tutela conta di disporre di un 10% in più di investimenti da dedicare alla promozione, sino ad arrivare in sostanza a mettere sul piatto ben 46 milioni di euro tra Italia ed estero.
E nel futuro, cosa vede il Consorzio? A rispondere è sempre il presidente. «Abbiamo il latte, possiamo trasformare ancora, perché abbiamo tanti progetti e tanti idee per continuare a crescere, sempre, però, in maniera oculata e controllata. Questo – conclude – è fondamentale. Cresceremo, ma senza bruciare le tappe e i mercati».
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