Giovani lavoratori precari: è impossibile risparmiare
Precarietà lavorativa e inflazione minacciano i risparmi e gli investimenti dei Millennial. Secondo un sondaggio anonimo condotto su un campione rappresentativo di clienti di Gimme5 (app che gestisce una sorta di salvadanaio digitale) è proprio l’aumento dei prezzi il primo fattore a ostacolare il risparmio individuale (50,8%), seguito dalle emergenze finanziarie impreviste (34,1%), dall’assenza di disponibilità economiche (31,4%), dal mancato controllo delle spese (21,3%) e, infine, dagli acquisti d’impulso (16,3%).
Così, nonostante la stragrande maggioranza del campione consideri il risparmio fondamentale, solo il 54% dichiara di riuscire effettivamente a risparmiare con costanza. Nonostante la stragrande maggioranza degli intervistati (79%) consideri il risparmio fondamentale, solo il 54% del campione riesce effettivamente a risparmiare con costanza. A fare più fatica sono i GenZ (42%) e le donne (32%), le più penalizzate da divario retributivo di genere e discontinuità lavorativa. Il 46% del campione risparmia solo saltuariamente: il 26% se necessario, il 20% raramente o mai.
Infatti proprio i Millennial e la GenZ si trovano oggi a fare i conti con un mercato del lavoro complesso, caratterizzato da contratti precari e salari bassi, che rende difficile non solo far fronte alle spese quotidiane, ma anche risparmiare e investire per costruire un futuro sicuro. L’occupazione giovanile in Italia è nettamente più bassa rispetto agli altri Paesi europei, ma anche più precaria, con il 33,4% dei lavoratori tra i 15 e i 34 anni impiegati con contratti a termine.
Dei 3,16 milioni di contratti attivati nel corso del 2023 in favore di lavoratori al di sotto dei 30 anni, quasi l’80% è stato temporaneo.
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