Gen AI, la maturità digitale delle imprese lombarde passa dai dati

Barbara Fenotti
Prima di introdurre l’AI bisogna sapere utilizzare i dati raccolti: cosa è emerso dal primo appuntamento con «Industrial Reboot» in Sala Libretti
Gen AI e industria: evoluzione e crescita
AA

Su una scala da 1 a 5 lo stato di maturità digitale delle imprese lombarde si colloca attorno al 3. «La strada da percorrere è ancora tanta, anche perché senza un grado elevato di maturità digitale è impensabile voler introdurre tecnologie come la AI, specie in settori come il meccatronico e il metalmeccanico».

Industrial Reboot

A scattare questa fotografia solo parzialmente positiva è stato Stefano Polliani, presidente di Digital Innovation Hub Lombardia, nel corso di «Gen AI: evoluzione e crescita per il manifatturiero», il primo dei tre appuntamenti a numero chiuso del ciclo «Industrial Reboot», destinato ai top manager e agli imprenditori che vogliono far evolvere le proprie organizzazioni e organizzato in collaborazione con Gummy Industries con il patrocinio di Google Cloud e Huware, cloud consulting company da 20 anni in prima linea nella trasformazione digitale delle aziende.

I dati

Andrea Servili, Stefano Polliani e Alessio Panella - Foto © www.giornaledibrescia.it
Andrea Servili, Stefano Polliani e Alessio Panella - Foto © www.giornaledibrescia.it

Nel corso del primo appuntamento, che si è tenuto lo scorso mercoledì 20 novembre (gli altri due incontri sono in programma nel 2025) con la moderazione di Andrea Servili, ad di Huware, è intervenuto anche Alessio Panella, unit manager AI  lead di Huware, che ha sottolineato come «l’industria 4.0 ci ha dato l’opportunità di andare avanti a ragionare sul dato ed è questa la strada che dobbiamo continuare a seguire: fin qui abbiamo raccolto tanti dati e condiviso informazioni tra l’umano e la macchina, e questo ci ha dato la possibilità di fare uno step superiore».

Tuttavia i dati, come osservato da Polliani, «sono ancora poco utilizzati dalle aziende, perciò risulta fondamentale lavorare in questa direzione anche insistendo sulla formazione del personale».

L’immaturità digitale

Oggigiorno, secondo i dati forniti da Polliani, le aziende della Lombardia che hanno implementato programmi di formazione completa per tutti i livelli del personale sono solo l’11%, mentre il 46% non ha alcun programma.

«Il tema economico è una scusa – ha aggiunto il presidente di Digital Innovation Hub Lombardia –: oggi ci sono diversi canali per trovare fondi, così come è una scusante dire che non si trova il tempo. Dietro a una giustificazione di questo tipo c’è l’ammettere che non si hanno le competenze per comprendere quali benefici possono portare le nuove tecnologie e l’AI in una realtà aziendale. Risulta perciò fondamentale lavorare sul tema culturale del dato».

Una operazione che andrebbe fatta da imprese di ogni dimensione, perché l’immaturità digitale non affligge solo le piccole, bensì anche le grandi attività produttive.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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