Economia

Gelo in Montenegro, l’Alta corte blocca azioni A2A in Epcg

La multiutility lombarda annuncia la volontà di tutelare i propri diritti «in ogni sede utile»
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Doccia gelata dal Montenegro. Fonti giornalistiche del Paese balcanico annunciano che l’Alta Corte di Podgorica, su richiesta della Procura speciale dello Stato, ha emesso un provvedimento di «blocco» delle azioni che A2A detiene nella società energetica Epcg. Si tratta complessivamente del 41,7% della compagine azionaria, quota sulla quale la multiutility di via Lamarmora aveva deciso solo due settimane fa di esercitare l’opzione di vendita. Valore dei titoli: 250 milioni di euro.

«Accertamenti sono in corso - comunica l’ufficio stampa di A2A - allo scopo di verificare la sussistenza, i contenuti e le ragioni di un simile provvedimento, non essendo ancora stato notificato alcun atto alla società, che intende tutelare i propri diritti in ogni sede utile». Insomma: non è mai stato un rapporto facile, quello fra l’azienda bresciano-milanese e le istituzioni montenegrine, e ora rischia addirittura di chiudersi nel peggiore dei modi. Con un braccio di ferro giudiziario dall’esito incerto.

La Procura speciale dello Stato dal 2014 sta indagando su alcuni servizi di consulenza affidati da Epcg ad A2A, A2A Reti e Bain, per un controvalore di qualche milione di euro. Contratti siglati tra il 2010 e il 2012 senza che - secondo l’accusa - venissero seguite le procedure per gli appalti pubblici e assegnati senza passare dal cda di Epcg. Sotto inchiesta sono finiti sei ex manager, alcuni dei quali italiani, sospettati di aver abusato delle proprie funzioni ai danni della società montenegrina ed a vantaggio di A2A. Tra loro l’ex ceo di Epcg, Enrico Malerba, e l’ex Cfo, Flavio Bianco, per un breve periodo finito anche agli arresti a metà 2016. Intanto - almeno formalmente - il governo montenegrino prova a fornire ricostruzioni rassicuranti. «Tutte le obbligazioni contrattuali restano valide - ha dichiarato il vice premier Milutin Simovic, secondo quanto riporta la stampa locale -. Non è nell’interesse del Montenegro inviare agli investitori un messaggio di incertezza sul nostro sistema legale».

Nel mesi scorsi - di fronte ad una situazione di scarsa redditività e di incertezze normative e tariffarie - gli attuali vertici della multiutility lombarda (il presidente Giovanni Valotti e l’ad Valerio Camerano) avevano lavorato per individuare una possibile via di uscita. Ecco allora che l’ultimo rinnovo dei patti parasociali indica per la prima volta le modalità di una put option - da applicare in caso di scioglimento della partnership, un meccanismo fino ad allora nemmeno immaginato - fissando in 250 milioni di euro il valore della quota A2A. Il 30 giugno scorso la decisione di non rinnovare la partnership, con la scelta di A2A di cedere al Governo montenegrino (o a operatori privati interessati) il proprio 41,7% di Epcg ricevendone in cambio 250 milioni di euro. Ieri da Podgorica la doccia gelata.

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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