Gefran, il 2016 vede la ripresa: funziona la cura da cavallo
Per Gefran ci sono stati anni migliori del 2015, ma altri ne torneranno. Sta qui - nell’esame di ciò che nel passato non ha funzionato e nei compiti a casa per correggere gli errori - la sintesi dell’assemblea della società di Provaglio i cui soci hanno unanimemente approvato il bilancio.
Unanimità che è espressione di fiducia nel management, nella strategia e nelle prospettive che la società ha di fronte «anche se - ha detto a conclusione dei lavori Maria Chiara Franceschetti, amministratore delegato - è dagli errori del passato che si impara ed a capire cosa è prioritario e cosa meno».
Gefran resta insomma ancorata ad alcune certezze (leadership tecnologica, conoscenza dei processi industriali, allargamento di gamma e miglior controllo dei processi produttivi dei sensori e la presentazione alle principali fiere europee dell’automazione nel corso del 2015 di nuovi sistemi di regolazione) seppur obbligata a maggiore efficienza produttiva, nuovi investimenti e azioni commerciali che garantiscano maggiori margini e ricorso agli esuberi di personale già concordati.
Un 2015 difficile. Tutto a conclusione di un anno impegnativo: ricavi consolidati a 115,3 milioni (erano 129,6 nel 2014), ebitda (indicatore che evidenzia il reddito di un’azienda basato solo sulla sua gestione caratteristica) a 5,6 milioni (erano 12,9 l’anno precedente) e un risultato netto negativo 4,7 milioni che non ha consentito dividendi agli azionisti il cui capitale era rappresentato ieri in assemblea per il 61,2%.
Il 2016 dice bene su ciò che il management della società ha deciso «siamo abbastanza soddisfatti - ha detto Maria Chiara Franceschetti - dei primi tre mesi dell’anno, risultato delle azioni messe in atto a partire dal secondo semestre del 2015. L’indebitamento finanziario netto è in diminuzione rispetto alla fine di dicembre e sia ebit (espressione del risultato aziendale prima delle imposte e degli oneri finanziari) che ebitda sono allineati con quanto comunicato a marzo».
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