Gap formativo e lavoro, Brescia sconta la forte penuria di laureati
Per lungo tempo in provincia di Brescia, ma non solo, il saper fare dei nostri imprenditori, artigiani e operai specializzati sembrava contare più del sapere. Tutte le ricerche dimostrano come un basso livello di istruzione rende più vulnerabili le persone, soprattutto in tempi di crisi e trasformazione.
La questione educativa rappresenta, un aspetto imprescindibile della tenuta sociale di un territorio. E qui, a leggere con attenzione i dati Istat sul grado di istruzione delle popolazione bresciana nel 2020, emerge qualche criticità. I dati verranno illustrati nel corso del convegno organizzato da Cna Brescia e in programma il prossimo 17 novembre a Brescia.
Nel Bresciano
Partiamo da un dato generale riferito alla popolazione con 9 anni e più. In provincia di Brescia oltre la metà della popolazione, il 53,6%, ha conseguito al più la licenza media. In Lombardia coloro che non vanno oltre un titolo di studio secondario inferiore costituiscono il 47,3% della popolazione, valore che scende al 41% per la provincia di Milano. In altri termini in provincia di Brescia, sul complesso della popolazione con più di 9 anni, ci sono un 6,3% persone con al più la licenza media rispetto al dato regionale, distanza raddoppia al 12,6% nel confronto con la provincia di Milano.
Ovviamente questo differenziale si ripercuote sui livelli di istruzione superiori in cui Brescia registra una minore quota di diplomati e persone in possesso di un titolo di studio superiore. In particolare, nel bresciano il 34,5% della popolazione con più di 9 anni ha conseguito un diploma, a fronte del 37% della media regionale e del 38% per la provincia di Milano.
Diploma e laurea
Ma la distanza maggiore si registra prendendo in considerazione i titoli di studio superiori (laurea triennale, Its, laurea magistrale, dottorato). Solo l'11,9% dei bresciani ha conseguito un titolo di studio superiore a fronte del 15,7% della media lombarda e del 21% della provincia di Milano. In altri termini nel milanese i laureati, sulla popolazione con più di 9 anni, sono in percentuale quasi doppia rispetto a Brescia.
La musica non cambia se si considera il grado di istruzione della popolazione da 25 a 49 anni, cuore del mercato del lavoro. Nel Bresciano il 31,4% ha conseguito al più la licenza media a fronte del 25,2% della Lombardia e del 20,3% di Milano. Gap formativo. La percentuale dei diplomati nelle tre aree a confronto non appare troppo diversa: 46,8% in provincia di Brescia, 46,6% in Lombardia, 43,6% nel milanese.
Lo scarto si riverbera tutto sulla quota di persone in possesso di un titolo terziario poiché il 21,8% del Bresciano si misura con il 28,2% della media lombarda e il 36,1% registrato per la provincia di Milano. In altri termini nel milanese, tra la popolazione con da 25 a 49 anni, coloro che hanno un titolo di studio superiore sono quasi il doppio rispetto a quanti hanno conseguito al più la licenza media mentre nel bresciano questi ultimi superano nettamente i laureati: 125.548 persone con al più la licenza media a fronte di 87.002 con titolo terziario.
Un gap peraltro evidente anche nel confronto con la media regionale che vede prevalere le persone con titolo terziario (892.462) rispetto a coloro che non vanno oltre la licenza media (796.037).
I Comuni
C’è un problema. Che viene da lontano. Da quella malintesa cultura del lavoro, il saper fare, appunto, contrapposto al sapere. Ma che continua ancora oggi e presenta una marcata connotazione territoriale, fra comuni centrali e centri periferici
Infatti a fronte di comuni con quote di popolazione 25-49 anni con titolo terziario relativamente elevate, rispetto al 21,8% della media provinciale, come Collebeato (37,1%), Brescia (33,2%), Padenghe (32,2%), Cellatica (32,1%), Salò (31,9%) e Desenzano (30,4%) si riscontrano percentuali molto inferiori nei centri periferici: Paisco Loveno (4,1%), Capovalle (8,4%), Mura (9,5%) e Bovegno (9,8%).
Inoltre, considerando la popolazione dai 25 ai 49 anni, coloro che hanno un titolo terziario di secondo livello (laurea magistrale o dottorato di ricerca) il 14,3% della provincia di Brescia si misura con il 19,7% della Lombardia e il 26,6% della provincia di Milano. Con Brescia al di sotto della media nazionale dove i 25-49enni i possessori di un titolo terziario di secondo livello sono al 18,2%. Incrementare la quota di laureati rappresenta una sfida cruciale per i prossimi anni. In un mondo del lavoro sempre più competitivo aumenta il livello di conoscenza richiesto per essere occupati, e con esso l’importanza del percorso di studi.
Maggiori competenze consentono ai singoli individui di aspirare a migliori posizioni lavorative, riducendo il rischio di ricadere nell’esclusione sociale. C’è da studiare.
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