Economia

Gambero Rosso: cadono cinque vini bresciani

Ma la Franciacorta ne recupera due e resta leader delle zone in cui si producono bollicine
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Ecco i Tre Bicchieri del Gambero Rosso 2015, i più ambiti, ma anche i più temuti. Da ieri si può leggere il nome dei bresciani, nel sito della guida che fornisce la consueta anticipazione rispetto alla presentazione e alla distribuzione in libreria, prevista per il 25 ottobre.

Brescianamente non facciamo i salti dalla gioia perché, e non accadeva da molti anni, i Tre Bicchieri bresciani di quest’anno sono meno dello scorso anno: 11 invece che 14. In discussione è la performance della Franciacorta che perde quattro bottiglie di vertice, mentre ne recupera due di altre cantine. Cade anche un Lugana che era ospite fisso.

Va detto subito che la Franciacorta resta leader delle zone spumantistiche italiane, con 9 vini meritevoli del massimo punteggio, però il Trento doc, con 8 vini top, segue di pochissimo. Va anche detto che molte intere regioni italiane non raggiungono il risultato della nostra zona più prestigiosa.

Sicuramente si festeggia a Coccaglio a Castello Bonomi che agguanta i suoi primi Tre Bicchieri con Franciacorta Cuvée Lucrezia Etichetta Nera 2004. Si tratta di un blanc de noir prodotto con uve Pinot Nero di straordinaria complessità e piacevolezza.

L’altro nome nuovo rispetto alla guida 2014 è quello de Il Mosnel che i Tre Bicchieri li ha presi spesso, ma non lo scorso anno. Il ritorno è con il Franciacorta Extra Brut 2009 EBB, che è un grande Chardonnay in purezza, anche questo giocato sul tema del vino «importante». EBB sta per le iniziali di Emanuela Barzanò Barboglio, fondatrice dell'azienda e della Franciacorta.

Tra chi festeggia c’è anche Bellavista che i Tre Bicchieri li ha sempre presi, ma quest’anno la scelta è importante. La guida curata da Marco Sebellico, Gianni Fabrizio ed Eleonora Guerini ha individuato non una grande riserva di piccola tiratura, ma il vino base dell’azienda prodotto in 900.000 bottiglie. Il vino è il Franciacorta Cuvée Alma senza annata, che si sta imponendo per il taglio giovane del sorso e per le nuove etichette modernissime e colorate con espliciti riferimenti all’ambiente. Alma non è un millesimato, ma tutto il contrario. 

Restando in Franciacorta trovate, per il resto, sostanzialmente conferme. Resta Anna Maria Clementi Rosé di Ca’ del Bosco con l’annata 2006, Cavalleri ora piazza la Collezione Grandi Cru 2008 che è un Franciacorta più giovane (si fa per dire: 48 mesi sui lieviti) dei vini premiati gli scorsi anni. Lo Sparviere delle Agricole Gussalli Beretta conferma l’Extra Brut con il 2008 (lo scorso anno vinse con il 2007), Barone Pizzini conferma il Brut Nature con il 2010, Berlucchi rimane in vetta con la sua produzione di vertice Palazzo Lana passando da Extreme dello scorso anno alla versione Saten 2006. Ferghettina conferma Riserva 33 di un anno più giovane.

Chi non è contento in Franciacorta sono le quattro aziende non confermate che sono Le Marchesine, Villa Franciacorta, Enrico Gatti e Contadi Castaldi.

In Lugana viene confermato il Brolettino di Ca’ dei Frati dell’annata 2012. Provenza, l’azienda di Fabio Contato a Desenzano, vede cadere il suo vino di punta, il Fabio Contato, ma ottiene la conferma del suo Lugana d’annata 2013 il Molin che aveva sorpreso tutti prendendo i Tre Bicchieri con il 2012. Non va dimenticato infine che due aziende bresciane fanno il bis in Toscana. Petra, la meravigliosa cantina creata da Vittorio Moretti in Maremma, ha finalmente raggiunto il top con Petra 2011.

Altro bis è per la Agricola Gussalli Beretta che è tornata ai Tre Bicchieri con Castello di Radda Riserva 2011, un vino che era già stato premiato nella grandissima annata 2007.

Gianmichele Portieri

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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