Futura Expo, l’economista Sachs: «Sviluppo sostenibile non più rinviabile. Bisogna agire subito»
«Non c’è tempo da perdere. Bisogna trasformare il nostro sistema energetico, passando dai combustibili fossili all’energia pulita. E lo dobbiamo fare in fretta per proteggere il clima».
Jeffrey Sachs, economista, professore alla Columbia University e presidente del Sustainable Development Solution Network, più volte definito uno dei 100 uomini più influenti al mondo, ha fatto la sua apparizione a Futura Expo in video-collegamento (dall’Austria) su invito del Rettore dell’Università degli Studi di Brescia, Maurizio Tira e del professore Angelo Riccaboni, ordinario di Economia aziendale all’Università di Siena.
Messaggio forte, accorato e denso di preoccupazioni quello di Sachs: «C’è il pericolo di una guerra nucleare - dice l’economista -, ma il mondo è grande abbastanza per non rinunciare agli obiettivi di prosperità e giustizia. Ridisegnare un approccio sostenibile non più rinviabile».
Gli allarmi sul clima
La prima incognita resta quella climatica. «Le evidenze sono davanti ai nostri occhi - dice il professore -. Pensate agli eventi meteorologici estremi di questi mesi, alla siccità che avete subito quest’estate in Italia; guardate ai disastri di questi giorni negli Stati Uniti con gli uragani mai così potenti; guardate cosa sta accadendo in Cina ed in Africa». Per gli europei c’è comunque qualche motivo di essere orgogliosi: «L’Europa si è posta come continente leader nel mondo nel processo di transizione grazie al programma Next Generation Eu - spiega Sachs nel suo breve collegamento -. All’interno del programma di investimenti la maggior parte dei fondi sono destinati alla sostenibilità e alla diversificazione energetica. Ma dobbiamo assicurarci che gli investimenti vengano destinati al benessere del genere umano; bisogna fare in modo che accelerino la trasformazione energetica».
Tradotto: l’energia deve essere prodotta principalmente da fonti rinnovabili, come l’idroelettrico, l’eolico o il solare. «L’Italia - conclude Sachs - ha gli strumenti per avviare questo percorso. Ma per farlo abbiamo bisogno di pace».
Cabina di regia a Brescia
Sul tema della sostenibilità il territorio bresciano ha costituito una cabina di regia, il Centro Sviluppo Sostenibilità, al quale partecipano Università, Camera di Commercio, Confindustria, Comune, Provincia, A2A e Ubi Fondazione Cab.
«L’obiettivo è misurare come il territorio bresciano stia raggiungendo o meno i 17 obiettivi di sviluppo sostenibile e per coordinare le azioni che ciascuno di noi mette in essere in questa direzione - ha spiegato il rettore Tira -. Un coordinamento che risponde all’obiettivo 17 della sostenibilità: l’ultimo, ma non il meno importante perchè sottolinea l’importanza della governance». Come raggiungere questi obiettivi stringenti. Per Tira sono molte le incognite. «Siamo ancora troppo indietro. Fit For 55 è già domani, ma dobbiamo capire come muoverci per sostituire i combustibili fossili, come ridurre i consumi energetici negli edifici». Per Tira dovremo ripensare a qualche fonte di energia abbandonata un po’ troppo frettolosamente, come il nucleare.
Opportunità per le imprese
La sostenibilità mette tutti in gioco: politica, consumatori, ricerca, ma anche le imprese. Per il prof. Angelo Riccabono, tra i membri responsabili del Sustainable Development Solution Network (SDSN) «la sostenibilità non è solo una questione etica, ma anche di convenienza: i consumatori chiedono sempre più prodotti e servizi sostenibili. Ci sono opportunità di mercato molto interessanti. E l’impresa può fare profitto conciliando i temi economici con quelli ambientali e sociali».
Ma c’è anche un tema di talenti sottolineato da Riccabono: «I ragazzi più bravi sono attratti dalle aziende più attente all’inclusione e l sociale. Non solo, anche la grande finanza oggi dà le risposte a chi è in linea con la sostenibilità. La nostra piccola filiale dietro casa richiede questi requisiti». «Infine ci sono i leader di filiera, le grandi imprese sono più attente agli argomenti della sostenibilità, non perchè sono più buone, ma perchè hanno capito dove va il sistema, come si muovono i regolatori ed i consumatori». Per le piccole imprese si apre una grande sfida. Da Futura Expo gli strumenti per non trovarsi impreparati.
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