Fumata nera per Medtronic: continua la ricerca di un investitore
Fumata nera, nonostante rumors e speranze, per il secondo vertice in via Cefalonia sul caso Invatec/Medtronic.
L'incontro tra rappresentanti sindacali (Femca Cisl, Filctem Cgil e Uiltec), la proprietà e gli esponenti dell'Associazione Industriale Bresciana (erano invece assenti i tecnici di Vertus, società incaricata dalla multinazionale americana del piano di reindustrializzazione) si è chiuso infatti con un nulla di fatto, almeno per chi aspettava (e auspicava) che già qui uscisse il nome di un papabile imprenditore interessato al progetto, qualcuno aveva parlato di interessi bresciani. Oggi le assemblee.
Quello che è andato in scena nella sede di Aib è stato invece un incontro prevalentemente tecnico, in preparazione delle assemblee programmate nella giornata di oggi a Roncadelle e a Torbole (rispettivamente dalle 11 alle 12 nel primo sito e dalle 13 alle 14 e dalle 15 alle 16 nel secondo) che vedranno i lavoratori discutere e decidere su come gestire la mobilitazione nelle settimane a venire.
Come noto il «caso Medtronic» - balzato anche alle cronache nazionali a seguito della sortita del ministro Luigi Di Maio - è scoppiato lo scorso 7 giugno quando il colosso americano ha annunciato la volontà di chiudere i siti bresciani, mettendo a rischio 314 occupati. Dopo un vertice al Mise, Medtronic ha «congelato» la chiusura (prima prevista entro il primo semestre del 2020) in attesa di un piano di reindutrializzazione che garantisse continuità ai siti produttivi. Da allora i lavoratori continuano, negli stabilimenti Invatec, con uno sciopero di un'ora al giorno.
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