Fuga di tecnologie, l’Europa alza il muro per difendersi dai rischi geopolitici
Un rebus che ogni giorno si arricchisce di ulteriori complicazioni. Descrivere lo scenario geopolitico entro il quale l’Unione europea si trova a muoversi risulta difficilissimo.
I recenti tragici avvenimenti in Israele e in Palestina sono infatti destinati a modificare ulteriormente lo scacchiere internazionale, logorato dal conflitto tra Ucraina e Russia così come da moltissimi altri fattori (il ruolo della Cina o dell’India, i cambiamenti climatici e l’elenco potrebbe continuare per molte righe). Ecco perché la Commissione sta mettendo in campo tutta una serie di misure normative, dal Chips Act per la produzione di semiconduttori al Critical Raw Material Act sulle materi prime fondamentali tra la transizione sostenibile e digitale.
Competitività
In questo contesto di tutela della competitività economica dell’Unione, la Commissione ha recentemente adottato, pochi giorni prima dell’attacco in territorio israeliano da parte di Hamas, una raccomandazione sui settori tecnologici critici per la sicurezza economica dell’Ue, ai fini di un’ulteriore valutazione dei rischi con gli Stati membri. Il testo riguarda la valutazione di uno dei quattro tipi di rischio individuati, ossia il rischio tecnologico e la fuga di tecnologie. È stata pensata per fornire principi guida per strutturare le valutazioni dei pericoli, tra cui la consultazione del settore privato e la tutela della riservatezza.
Quattro nello specifico sono i comparti analizzati e risultati essere i più centrali e al contempo i maggiormente esposti a vulnerabilità: tecnologie di semiconduttori avanzati (microelettronica, fotonica, chip ad alta frequenza, apparecchiature per la fabbricazione di semiconduttori); tecnologie di intelligenza artificiale (calcolo ad alte prestazioni, cloud computing ed edge computing, analisi dei dati, visione artificiale, trattamento del linguaggio, riconoscimento degli oggetti); tecnologie quantistiche (calcolo quantistico, crittografia quantistica, comunicazioni quantistiche, rilevamento quantistico e radar quantistico); biotecnologie (tecniche di modificazione genetica, nuove tecniche genomiche, gene drive, biologia sintetica).
La strategia
«Con questa raccomandazione facciamo un passo importante per incrementare la resilienza della nostra economia - sono state le parole del commissario al Mercato interno Thierry Breton- . Dobbiamo monitorare costantemente le nostre tecnologie critiche, valutare l’esposizione al rischio e, se e quando necessario, adottare misure per preservare i nostri interessi strategici e la nostra sicurezza. L’Europa si sta adattando alle nuove realtà geopolitiche, mettendo fine all’era dell’ingenuità e agendo come una vera potenza nello scacchiere internazionale».
In contesto di più ampio intervento quest’ultimo documento si inserisce all’interno della Strategia europea per la sicurezza economica lanciata a giugno di quest’anno. Tale strategia propone di effettuare una valutazione approfondita dei rischi per la sicurezza economica in quattro settori cioè resilienza delle catene di approvvigionamento (compresa la sicurezza energetica), sicurezza fisica e cybersecurity delle infrastrutture critiche, sicurezza tecnologica e a fughe tecnologiche e strumentalizzazione delle dipendenze economiche o di coercizione.
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