Freccia Rossa, dopo 30 chiusure arriva il concordato
Freccia Rossa Shopping Centre srl, la società che ha sede a Milano e che gestisce l’omonimo centro commerciale, ha depositato in Tribunale a Milano la domanda per l’ammissione al concordato preventivo.
Domanda «in bianco», ai sensi dell’articolo 161 (sesto comma) della legge fallimentare; procedura che le permette di bloccare le istanze dei creditori (sostanzialmente le banche) fino a che non sarà messo a punto un piano di ristrutturazione.
Un lento declino che registrato da performance negative, diventate insostenibili nell’ultimo biennio dopo la chiusura di una trentina di negozi, a cui si aggiungono le recenti disdette arrivate dalle insegne Zara e H&M con effetto dal prossimo anno. Tutto iniziò il 21 aprile del 2008 (infausto anno della crisi Lehman Brothers): il centro commerciale Freccia Rossa apriva i battenti dopo soli due anni di cantiere. Investimento pesante, oltre 140 milioni di euro.
Protagonisti dell’investimento sono il colosso portoghese Sonae Serra, attraverso la società Serra Investments Holding, col 50% delle quote, la Baigre sarl con sede in Lussemburgo (società nell’orbita della americana Aig) che possiede il 40% del capitale; infine con il 10% c’è la bresciana Coimpredil spa dei fratelli Giampaolo e Franco Pisa, oggi in liquidazione.
Alla vigilia dell’apertura del Freccia Rossa, si stimava un potenziale di visitatori superiore agli 8 milioni annui; quella cifra non è stata mai raggiunta (nonostante il buo andamento della multisala Wiz). Il colpo di grazia ed il crollo dei visitatori, è arrivato nel settembre 2016, con l’apertura di Elnòs, il centro commerciale firmato Ikea.
Le conseguenze si sono subito fatte sentire sui conti: Freccia Rossa Shopping Centre srl ha chiuso l’esercizio 2016 con una perdita di 7,4 milioni di euro; diventati 27,8 milioni nel bilancio chiuso al 31 dicembre 2017. Non solo, nel 2018 - si legge nel documento presentato al tribunale di Milano - la situazione economica della società si è aggravata ulteriormente registrando al 31 luglio una perdita di 24,8 milioni, che ha portato il patrimonio netto in rosso per 24,3 milioni.
A pesare è il debito verso le banche che al momento è di 80,9 milioni di euro. Nell’assemblea del 19 settembre, i soci si sono dichiarati «non disponibili a coprire le perdite», da qui la decisione di ricorrere al concordato.
L’obiettivo - si legge nel documento - è raggiungere un accordo di ristrutturazione del debito con il ceto bancario che consenta la continuazione dell’attività caratteristica ed eventualmente l’ingresso di un nuovo partner/investitore. Nei prossimi mesi (la società stima non meno di 120 giorni) Freccia Rossa presenterà la sua proposta di piano che dovrà essere sottoposto al Tribunale e all’approvazione dei creditori.
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