Franciacorta, il «rosé» sarà certificato scientificamente
«Siamo orgogliosi di fare partire dalla Franciacorta, ancora una volta, un’innovazione che saprà imporsi a breve anche nel resto d’Italia. D’altronde è già successo, giusto 15 anni fa, quando nel 2008 introducemmo la riserva vendemmiale, consentendo una maggiore produzione in annate particolarmente favorevoli. Noi siamo stati gli apripista di un processo oggi applicato in tutto il Paese, dal Trentino alla Sicilia». Così Silvano Brescianini, presidente del Consorzio di tutela del Franciacorta Docg, annuncia la modifica al disciplinare di produzione dei Franciacorta Rosé, tipologia di vinificazione che segue lo stesso procedimento di produzione degli altri Franciacorta, quindi con rifermentazione in bottiglia, ma che presenta una tonalità rosa, più o meno intensa.
Il punto
Fino a oggi a determinare se un Franciacorta fosse o meno un Rosé era la Commissione degustazione del Consorzio, che, osservando il vino a occhio nudo, ne determinava la varietà cromatica. Ora la misurazione del colore si baserà su un protocollo scientifico, grazie alla collaborazione tra Consorzio e mondo accademico.
I Comitati intersettoriali di ottica ed enologici hanno realizzato un modello di misurazioni ad hoc costituito da scala semplice e intuitiva, che esprime il colore come la risultante dei livelli di rosso e giallo, intensità, sfumature e luminosità. La misurazione punta a rendere fin da subito più omogenea e misurabile la valutazione delle tonalità e delle peculiarità delle diverse annate. Nel medio periodo, invece, potrebbe contribuire a determinare una correlazione tra colore e sapori.
«Non andremo - specifica il presidente Brescianini - a definire un solo colore. Si stabilisce invece una gamma predefinita di rosati, più o meno intensi. Ogni azienda potrà quindi mantenere il proprio stile, determinando una colorazione ad hoc e sfumature in direzione di colori come arancio, giallo, porpora e rosso. Inoltre, sgraveremo di lavoro la Commissione degustazione, che potrà così concentrarsi sul lavoro che le è proprio, ossia la degustazione».
Il mercato
La modifica al disciplinare avrà ricadute anche sul fronte commerciale e delle vendite, in particolare all’estero, dove nell’ultimo anno i Rosé hanno fatto registrare importanti trend di crescita.
Un esempio su tutti sono i Rosé millesimati, che negli ultimi dodici mesi hanno fatto registrare sul solo mercato giapponese un +50% di vendite. Anche in Italia i dati sono significativi: se a fine 2022 le vendite di Rosé ammontavano a 2 milioni di bottiglie (il 10% del totale), ad agosto 2023 lo stesso dato è arrivato a superare il 12%, anche grazie alla capacità del Rosé di «essere un Franciacorta a tutto pasto - chiosa ancora Brescianini - e quindi molto apprezzato sul fronte gastronomico, in abbinamento a secondi piatti più saporiti, come arrosti e carni bianche. Il mondo, anche del vino, cambia e non possiamo restare a guardare: l’innovazione resta per noi una stella polare, assieme alla sostenibilità».
Proprio su questo fronte è nato il progetto «F.A.Re.Su.BIO», con diversi atenei e una ventina di aziende lombarde, capitanati dal Consorzio. Obiettivo: raccogliere nuovi dati sulla composizione chimico-fisica e biologica dei suoli e della biodiversità, da mettere in relazione con le scelte gestionali, in modo da renderle più performanti e sostenibili.
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