Fotovoltaico, a Montirone centrale galleggiante con 16.500 pannelli solari
Uno «zatterone» galleggiante coperto da 16.500 pannelli fotolvoltaici ed ancorato al fondo del laghetto dell’ex cava Bettoni a Montirone. È il progetto (già autorizzato e sviluppato in collaborazione con Bettoni spa di Castegnato) dell’impianto da 8,5 MWp di potenza (10 megawattora annui di energia) che intende realizzare la bresciana Redfield, società nata nel 2019 e specializzata nella creazione di grandi impianti fotovoltaici (asserviti alla rete pubblica, o ai privati).
I pannelli della «centrale» della bassa potrebbero soddisfare le necessità di un’azienda energivora. La contaminazione di questa esperienza potrebbe rendere il Paese più indipendente da fonti estere.«In questi anni abbiamo selezionato le aree di minore interesse, come ex cave, discariche, aree industriali dismesse - dichiara l’ing. Paolo Candusso, ceo di Redfield -. Insomma tutto quello che avrebbe potuto rappresentare un riutilizzo intelligente e virtuoso di superfici compromesse o scarsamente riutilizzabili per creare impianti per la produzione di energia rinnovabile».
Energia verde
Gli effetti sul prezzo dell’energia, causati prima dalla pandemia e poi dalla guerra in Ucraina, stanno spingendo anche nella nostra provincia lo sviluppo delle «rinnovabili» ed in particolar il fotovoltaico, diventato il mezzo più economico e veloce per produrre energia verde. Ma per farlo servono grandi investimenti e soprattutto gli impianti vanno collocati nelle aree dove è maggiore la richiesta di energia: ovvero il Nord Italia. È un po’ questa la filosofia che sottende la nascita di Redfiel, società nata come aggregazione naturale di una serie di soggetti che operano nel campo delle rinnovabili da quasi 20 anni.
Quattro i soci perincipali: accanto a Paolo Candusso ci sono Pietro Castioni, Alberto Vincoli e Power Up, holding di partecipazioni finanziarie che ha interessi che spaziano dal settore minerario alla metallurgia fino alle rinnovabili. I progetti. In pochi anni Redfield ha sviluppato e portato al compimento autorizzativo, cioè al cosiddetto stato di «ready to built», progetti per 50 MWp distribuiti tra Piemonte, Emilia Romagna e Lombardia.
È di pochi mesi fa l’autorizzazione di due impianti nel Bresciano: uno sulla discarica Bosco Sella nel comune di Castegnato; il secondo è l’impianto «floating» di Montirone. «Entrambi questi progetti sono in fase di valutazione esecutiva - spiega il ceo - mentre si sta decidendo se asservirli alla produzione per la rete pubblica o direttamente all'uso di utilizzatori privati. In provincia di Alessandria abbiamo ceduto due impianti per complessivi 14 MWp, ad un primario player di mercato ed ormai in fase di costruzione.
La cosiddetta pipe-line ora in fase di sviluppo ha superato di slancio i 150 MWp con obiettivi di conclusione scaglionati nei prossimi tre semestri, quindi entro il 2023, ponendo Redfield nella posizione di attore primario se rapportato al territorio del Nord Italia».
Il processo non è certo facile, la strada è in salita, Redfield dovrà vedersela anche con un sistema normativo che non è proprio favorevole ad agevolare un certo grado di «auto-controllo» da parte dei consumatori. Ma se lo vuole, questa è una sfida che la Brescia industriale può permettersi di affrontare.
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