Economia

Fonderie: ripresa solida ma il futuro resta carico di incognite

Ora i costi dell’energia hanno un’incidenza del 30%. Fabio Zanardi (Assofond): «Vanno calmierati»
La visibilità degli ordini è ritenuta stabile a 2,7 mesi - © www.giornaledibrescia.it
La visibilità degli ordini è ritenuta stabile a 2,7 mesi - © www.giornaledibrescia.it
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La ripresa delle fonderie bresciane e italiane si è dimostrata solida e potrebbe riportare presto il trend di produzioni e fatturati ai livelli del 2019. Le incognite però non mancano, a partire dai costi per l’energia, che - come spiegato dal presidente di Assofond, Fabio Zanardi - «per un settore energivoro come quello dei getti è passato negli ultimi mesi da un’incidenza del 9-10% a oltre il 30%.

La situazione - sempre secondo Zanardi - impatta in maniera decisiva sui margini delle imprese, che si trovano a confrontarsi con circostanze molto complesse. Se non si alzano i prezzi non c’è più convenienza a produrre, e questo porta al paradosso di avere un portafoglio ordini pieno ma di dover valutare se è meglio rinunciare a qualche ordine per evitare di lavorare in perdita. Aumentare i prezzi quasi mensilmente come si sta facendo in queste settimane - continua il numero uno di Assofond - pone il made in Italy in forte svantaggio competitivo con i concorrenti internazionali, che vivono una situazione energetica meno esasperata e possono vendere i prodotti a prezzi più stabili».

Cosa serve? Per Zanardi è necessario «un intervento governativo per calmierare i costi dell’energia: diversamente il rimbalzo del 2021 non avrà seguito».

I dati sulla chiusura del 2021 dell’ultima indagine di Assofond intanto dicono che l’anno appena concluso è stato buono, in particolare per i fonditori che lavorano per la meccanica o le macchine agricole, mentre ha sofferto chi ha come riferimento l’automotive. Nel quarto trimestre i fatturati delle fonderie sono cresciuti mediamente del 12% rispetto al trimestre precedente. Nell’indagine il 72% delle fonderie ha indicato una crescita del fatturato, motivato per la maggioranza dall’incremento di commesse e da circa un terzo del campione anche dall’aumento dei giorni lavorati rispetto al terzo trimestre

. Il 29% delle aziende poi motiva lo sviluppo con un aumento della produzione di nuovi modelli e il 23% segnala una crescita di nuovi clienti. Viste le difficoltà legate ai costi la fiducia degli imprenditori è invece in discesa, dai 53 punti del terzo trimestre ai 50 punti del quarto. Dopo il forte rialzo del terzo trimestre sul secondo, la visibilità degli ordini è ritenuta stabile a 2,7 mesi, mentre è calato al 75,5% l’utilizzo della capacità produttiva.

Guardando ai singoli comparti, la maggioranza delle fonderie di ghisa e di metalli non ferrosi ha avuto nell’ultimo trimestre 2021 un fatturato in aumento, rispettivamente del 15% e del 12% sul trimestre precedente. Per le fonderie di acciaio prevalgono i segni negativi e una variazione media ponderata considerata nulla. Per ghisa e non ferrosi il motivo del miglioramento è l’incremento delle commesse su modelli già esistenti; per l’acciaio le difficoltà derivano da un calo delle commesse e dai problemi legati all’aumento dei costi di produzione.

Nonostante le differenze i budget per il 2022 sono stati tutti fissati su percentuali di crescita: molto significativa per l’acciaio, a +23%, meno per ghisa e non ferrosi, con la prima a +12% e i secondi a +14%.

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