Economia

Fonderie, la transizione ecologica segna il futuro

Il mantovano Zanardi eletto presidente di Assofond al posto del bresciano Ariotti
Il neo presidente Fabio Zanardi © www.giornaledibrescia.it
Il neo presidente Fabio Zanardi © www.giornaledibrescia.it
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Dopo otto anni di presidenza di Roberto Ariotti, da ieri il nuovo numero uno di Assofond è il veneto Fabio Zanardi, amministratore delegato della Zanardi Fonderie di Minerbe. Laureato in ingegneria gestionale, è stato eletto durante l’assemblea annuale svolta a Marmirolo, nel mantovano.

Zanardi dirige un’impresa divenuta leader in produzione e sviluppo di ghise sferoidali austemperate, e collabora con Assofond dal 2009, quando entrò nel sodalizio che rappresenta oltre 1.000 fonderie italiane rafforzando il direttivo del gruppo giovani. Il neo presidente arriva in un momento complesso per l’industria fusoria, alle prese con prezzi delle materie prime e dei combustibili in forte e continua crescita, e con le prospettive incerte di una storica transizione ecologica da compiere attraverso la decarbonizzazione, con costi non indifferenti.

Durante l’assemblea che ha riunito 200 imprenditori, battezzata «Le fonderie fra ripresa e transizione», Zanardi ha sottolineato «il rischio che le grandi incognite, già fortemente impattanti, potrebbero avere anche effetti strutturali sulle imprese nel medio-lungo periodo». Altro tasto rilevante per il futuro del settore, fattore determinante per il successo dell’industria bresciana e nazionale, è la disponibilità di tecnici e operatori competenti, oggi difficili da trovare per la complessità di un mondo in costante e rapido cambiamento.

«In questo quadro tanto articolato si inseriscono gli obiettivi che l’Europa si è data con il pacchetto “Fit for 55” - ha concluso Zanardi - impegnativi non solo in tema di sostenibilità ambientale, ma anche economica e sociale». La fattibilità della transizione ecologica e la difficile congiuntura che il mondo produttivo sta affrontando sono stati i due argomenti principali anche della tavola rotonda, a cui oltre a Zanardi e Ariotti hanno partecipato il direttore della Lettera economica del Centro Einaudi, Giorgio Arfaras, il professore di pratiche sostenibili della SDA Bocconi, Matteo Di Castelnuovo, e il docente di metallurgia del Politecnico di Milano, Carlo Mapelli. Le visioni. «Il rimbalzo di cui si è tanto parlato ha una doppia natura – ha detto Arfaras – tra crescita della domanda e offerta limitata. Con il tempo la distanza fra domanda e offerta di materie prime e servizi di trasporto dovrebbe ridursi, e i prezzi abbassarsi».

Per il professor Mapelli «una transizione ecologica sensata può avvenire solo puntando su più linee di sviluppo e diverse tecnologie. Servirà un approccio graduale che contempli anche la cattura e stoccaggio della CO2, utilizzo di biocarbone e biometano, e produzione di idrogeno blu». Secondo Ariotti «la sfida del prossimo decennio sarà la decarbonizzazione dei settori “hard to abate” (acciaio, cemento, chimica, ceramica, carta, vetro e fonderie). L’implementazione della ricerca necessaria costerà alle imprese 15 miliardi di euro in 10 anni. Con Confindustria abbiamo proposto al Governo di costituire un fondo. Questo permetterebbe alle nostre aziende di avviare investimenti generatori di 10 miliardi di pil fino al 2030, consentendo la creazione di 150.000 posti di lavoro qualificati».

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