Economia

Fitosanitari, partita ancora aperta sul nuovo regolamento europeo

La proposta non convince le associazioni italiane del settore agroalimentare. Dubbi anche del Consiglio Ue
Un trattore in un campo - © www.giornaledibrescia.it
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Una partita a scacchi, dove a una mossa corrisponde una reazione. Quella che si sta giocando in tema di fitosanitari, prodotti per la difesa delle piante contro organismi nocivi, è una sfida centrale per i sistemi produttivi agroalimentari europei, in primis quelli italiani. Il tutto nasce dalla proposta di regolamento avanzata dalla Commissione nel giugno del 2022 in aggiornamento all’attuale normativa vigente, la direttiva datata 2009.

L’obiettivo principale dell’esecutivo comunitario è la riduzione del 50% entro il 2030 del consumo di agrofarmaci e della stessa percentuale per quanto riguarda quelli più pericolosi: il periodo di riferimento per tale calo sarebbe il triennio 2015-2017. Meccanismi premiali sarebbero previsti per paesi come l’Italia che già da tempo hanno imboccato la via della riduzione. Vale la pena ricordare che nel nostro Paese l’agroalimentare (comprese silvicoltura e pesca) nel 2022 valeva 74,7 miliardi di euro (dati Istat).

Produzione

Ciò però non è sufficiente secondo le principali associazioni di categoria del settore. Sia Coldiretti sia Confagricoltura hanno fin da subito fatto sentire la loro voce per protestare contro la scelta della Commissione, accusata di «non tenere conto delle differenze tra i sistemi produttivi intensivi del Nord Europa e quelli di qualità dell’Italia - recita un intervento scritto di Coldiretti datato 13 ottobre 2022 -, né degli sforzi già portati avanti dagli agricoltori del nostro Paese che ne hanno ridotto l’uso del 20% negli ultimi dieci anni».

Medesimo il tono di Confagricoltura: «Si tratta di una proposta del tutto inaccettabile, da rifiutare con decisione, in quanto porterebbe all’abbandono di molte coltivazioni, già ora a rischio proprio per le difficoltà della difesa. Si cerca di imporre obiettivi insensati di riduzione dei fitofarmaci, con impatti devastanti sulla capacità produttiva delle nostre aziende».

La strategia «Dal produttore al consumatore», di cui la proposta di regolamento sui fitosanitari è diretta emanazione, comporterebbe secondo le due associazioni una diminuzione nell’uso dei farmaci del 60-65%,con il rischio che la produzione di cibo possa crollare addirittura del -30% «lasciando le coltivazioni senza protezioni da parassiti e malattie in grado di devastare campi e raccolti».

Lo studio

Dubbi che in parte anche il Consiglio dell’Unione europea ha raccolto, invitando la Commissione a fornire uno studio sull’impatto della proposta normativa. Studio che Bruxelles ha tempestivamente prodotto lo scorso 5 luglio. «Gli obiettivi di riduzione dei pesticidi contenuti nella proposta di regolamento sull’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari non minacciano la sicurezza alimentare» evidenzia la Commissione confermando di voler procedere lungo la strada tracciata il 22 giugno 2022.

E aggiunge: «Tale conclusione non è modificata dagli effetti negativi a breve termine della guerra di aggressione della Russia nei confronti dell'Ucraina. Al contrario, il mancato raggiungimento dell’obiettivo di riduzione dei pesticidi avrà effetti a lungo termine e potenzialmente irreversibili sulla nostra sicurezza alimentare in futuro». Una conferma che suona come un monito a prepararsi agli effetti della nuova norma. La partita è però ancora aperta e aperta a ulteriori mosse.

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