Fallisce, ma lo Stato gli deve 4 milioni: bloccato l'esproprio
Il tribunale di Brescia ha accettato la domanda di liquidazione presentata dal legale di Sergio Bramini, l'imprenditore monzese dichiarato fallito nonostante un credito di 4 milioni di euro verso lo Stato. I giudici bresciani hanno stabilito che «non possono essere iniziate e proseguite azioni cautelari o esecutive né acquistati diritti di prelazione sul patrimonio oggetto di liquidazione da parte dei creditori».
Bramini aveva ricevuto visite di solidarietà anche da Di Maio e Salvini.
Con questa decisione «si bloccherà immediatamente l'esproprio dell'azienda di Bramini, per cui i giudici avevano annunciato la decisione il 16 gennaio» spiega l'avvocato Monica Pagano.
Il Tribunale, accogliendo il ricorso di Bramini, ha dato il semaforo verde alla procedura di sovraindebitamento ex Legge 3/2012, affidando l'incarico di Liquidatore al bresciano Marco Passantino, già nominato OCC (ovvero Gestore della Crisi) nelle scorse settimane.
«Con l'accesso alla procedura di sovraindebitamento e il decreto di apertura della liquidazione - aggiunge il legale - si fermano tutte le azioni esecutive: Bramini avrà quattro anni per cedere i suoi beni a un prezzo congruo e al termine della procedura tutti i suoi debiti saranno dichiarati cancellati».
«Sono commosso - ha dichiarato l'imprenditore monzese -, è una delle più belle Vigilie di Natale della mia vita. Ma ora, più di prima, voglio che venga approvata una legge a tutela di chi vive i miei stessi problemi».
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