Economia

Fallimenti, spirale senza fine: nel 2014 sono stati 392

Peggiorato il già grave record raggiunto lo scorso anno: +1,8% A sorpresa calano le istanze
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Di record (negativo) in record, la situazione generale dell’economia bresciana non sembra migliorare. Il triste elenco delle imprese del nostro territorio giunte al capolinea si arricchisce ogni anno di più. C’è qualche segnale positivo - vedremo quali - ma certo non bastano.

Nel 2014, il Tribunale di Brescia ha dichiarato fallite ben 392 aziende, contro le 385 dell’anno precedente (+1,8%) che aveva segnato il record storico della nostra provincia.

Nel 2012, infatti, i fallimenti furono 344 e 316 nel 2011. Impressionante il confronto con il 2007, l’ultimo anno prima della crisi, quando le cessazioni di attività decise dal Tribunale furono 119. Ed è significativo anche considerare come la media degli ultimi 15 anni è stata di 270 fallimenti nei dodici mesi.

Cresce anche il ricorso ai concordati preventivi: ne sono stati concessi 51 nel 2014, contro i 45 dell’anno precedente, che aveva segnato già un record, con un incremento del 139% sul 2012.

Il dato bresciano è grave, anche se nel resto d’Italia (primo segnale positivo per il nostro territorio) la situazione è anche peggiore. Nei primi nove mesi dell’anno, infatti, secondo i dati del Cerved, sono state dichiarate fallite 10.000 aziende, il 19% in più rispetto al 2013 quando già l’incidenza sul tessuto produttivo era stata notevole.

Curiosamente (ed è il secondo elemento che potrebbe essere letto in chiave positiva), è calato il numero delle istanze di fallimento presentate a Brescia, passate dalle 1.499 del 2013 alle 1.479 del 2014.

C’è poi un terzo dato che, se letto con attenzione, induce a sperare in un’inversione di tendenza, ed è quello relativo ai fallimenti bresciani del mese di dicembre: sono stati 24, con una significativa diminuzione sia rispetto allo stesso mese di un anno fa (quando furono 35) sia rispetto a novembre 2014 (38).

Il quadro generale resta comunque critico, soprattutto per le imprese artigiane. Guardando infatti nomi e tipologie delle aziende dichiarate fallite, sono numerose le società che si occupano di edilizia, carpenteria, idraulica ed elettronica. Si tratta soprattutto di piccole e piccolissime imprese, spesso strette tra i grandi gruppi per cui lavorano (che dilazionano i pagamenti) e i creditori che, a loro volta, non possono aspettare e trascinano l’azienda in Tribunale.

Guido Lombardi

g.lombardi@giornaledibrescia.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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