Economia

Fallimenti:Brescia, il peggior risultato di sempre

Sono 385 le società giunte al capolinea nel corso del 2013. Crescono anche i concordati: 45 in un anno (+139%)
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La situazione va peggiorando da oltre un lustro a questa parte. A partire dal 2008, il numero delle sentenze di fallimento emesse dal Tribunale di Brescia è costantemente aumentato con il passare degli anni e a fine 2013 la nostra provincia ha riportato un nuovo record storico: sono infatti 385 le società bresciane giunte al capolinea contro le 344 del 2012, che fino ad oggi era considerato l’annus horribilis in termini di procedure concorsuali.

Il trend bresciano, secondo le prime indicazioni dell’Associazione bancaria italiana, è in linea con quello nazionale. Nei primi nove mesi dello scorso anno, riporta infatti il bollettino dell’Abi, sono 9.902 i crack registrati dal Cerved, in crescita del 12% su base annua. L’aumento dei fallimenti, aggiungono dal quartier generale di Palazzo Altieri, è un fenomeno diffuso anche dal punto di vista geografico, con tassi di variazione più alti di quelli dello scorso anno. In particolare, va segnalata la situazione del Nord Est, che dopo aver registrato una diminuzione delle procedure fallimentari nei primi tre trimestri del 2012, ha manifestato nel 2013 un aumento del 18%; situazione simile anche al Sud e nelle Isole. Continua inoltre il peggioramento nel Nord Ovest e nel Centro, con aumenti dell’8,9% e del 12%.

Nel Bresciano, la «valanga» dei fallimenti ha segnato un’accelerazione di quasi dodici punti percentuali rispetto al 2012 e del 223% se confrontata con il dato 2007, prima che scoppiasse la crisi. Un triste fenomeno che trova senza dubbio giustificazione nella natura prettamente manifatturiera del nostro tessuto economico. Basta infatti sfogliare il «libro nero» del Tribunale per rilevare che anche quest’anno due società su tre, di quelle finite in fallimento, erano attive nel mondo dell’edilizia. Oltre alle imprese di costruzioni stiamo quindi parlando di società immobiliari e piccoli artigiani come elettricisti e idraulici.

Nell’ambito delle procedure concorsuali, non si deve poi tralasciare la significativa crescita dei concordati preventivi alla luce della riforma legislativa varata nel settembre 2012. Dopo il boom del 2010 (allora 31 società bresciane avevano fatto ricorso a questa procedura), negli anni a seguire iltrend dei concordati era andato in calando: nel 2011, infatti, 21 aziende hanno avuto il benestare delTribunale, mentre nel 2012 «solo» 19. Quest’anno sono invece 45 le imprese che possono fruire di questo strumento per evitare il default finanziario e altrettante, pur avendo depositato la richiesta di concordato, sono in attesa del via libera dei giudici.

Erminio Bissolotti

e.bissolotti@giornaledibrescia.it

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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