Fai, Piardi: «Nel Bresciano mancano almeno 1.500 autisti»
Il mondo dell’autotrasporto è in difficoltà. Fare l’autista è una professione che non ha più appeal sui giovani, e se ti mancano le nuove leve e la loro energia diventa molto difficile pianificare lo sviluppo futuro. «A Brescia - come spiega il presidente della sezione locale della Federazione degli autotrasportatori italiani (Fai) Sergio Piardi - di autisti ne mancano circa 1.500, che significa 1.500 camion fermi ogni giorno su un parco provinciale Fai di 16.000. E in tutta Italia la carenza arriverebbe addirittura a 20.000 unità».
Sempre per Piardi «la media dei mezzi fermi nelle 2.400 aziende che fanno riferimento alla federazione della nostra provincia è del 5%, ma in momenti di maggior difficoltà si raggiunge anche il 15%».
I motivi della mancanza di autisti ha molte origini, e se ne parlerà nel dettaglio all’Assemblea generale degli autotrasportatori, organizzata dalla Fai di Brescia per domenica 29 maggio dalle 9.30 all’auditorium Brixia Forum di via Caprera, in città. Le motivazioni. Secondo il presidente della Fai Lombardia, Antonio Petrogalli però «una delle ragioni principali è la cattiva fama del settore, che ha assolutamente bisogno di cambiare volto, perché i ragazzi ci vedono come "inquinatori e disturbatori” e dalla nostra professione girano alla larga, quando invece fare l'autista non è un brutto lavoro e la paga si aggira sui 3.000 euro netti al mese, anche se per fare le patenti E, C o Cqc ci vogliono mesi di tempo e circa 4.000 euro di investimento.
All’ordine del giorno dell’assemblea di domenica - battezzata «Dal motore termico alla transizione ecologioca» - ci saranno comunque molti altri argomenti caldi. Si discuterà di cosa si sta facendo a livello europeo per ridurre l'inquinamento, anche alla luce del fatto che la Commissione trasporti ha appena votato l'abolizione della messa al bando del 100% dei motori a combustione endotermica entro il 2035, riducendola al 90%. Si parlerà di come affrontare l’acquisto dei nuovi veicoli e di come orientarsi tra elettrico, idrogeno, bio metano, bio diesel e altri, anche considerato che una motrice (senza semirimorchio) costa tra i 140.000 e i 170.000 euro.
Non mancherà naturalmente il tema così strategico del Pnrr, sia in chiave di contrasto alle emissioni, sia per reperire nuovi combustibili, così come si relazionerà sull’evoluzione della vertenza con il governo, per la parte economica e per il Tavolo delle regole. Altri temi che non potranno mancare sono il caro-carburanti e le azioni verso le istituzioni per trovare sostegno, visto che – come spiegato dalla segretaria Giuseppina Miussetola e dal consigliere Peli – solo qualche mese fa un pieno costava circa 1.200 euro e oggi si è arrivati a 2.000, tra il balzo in alto di 50 centesimi al litro del gasolio, quello da 0,7 a 2 euro al litro del metano, e quello da 30 centesimi a 1,2 euro dell'additivo Ad Blue. Completeranno il dibattito la concorrenza sleale degli autisti dell’est Europa, i lunghissimi tempi d'attesa nelle piattaforme logistiche, e la necessità di saper fare squadra attraverso le associazioni di categoria.
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