Il 2025 dell’Europa ancora green con focus su difesa e meno burocrazia
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Coniugare crescita economica e sostenibilità, attraverso semplificazione normativa, incentivi all’innovazione e investimenti in settori strategici.
Stringendo al massimo è questo il succo sotto il punto di vista economico del Programma di lavoro per il 2025, presentato questa settimana dalla Commissione europea guidata da Ursula von der Leyen. Il documento, basato sugli orientamenti politici già espressi nei mesi precedenti, è un po’ il canovaccio dell’esecutivo per l’anno in corso, un disegno ovviamente ambizioso e che si accompagna alle tante misure già annunciate, dalla Bussola della competitività al Piano d’Azione per l’automotive solo per citarne due.
Mercato interno
Innanzitutto la Commissione punta a rafforzare il mercato interno, accelerando la transizione industriale e promuovendo l’innovazione attraverso la strategia per startup e scaleup. Questo anche tramite appositi strumenti finanziari volti a migliorare l’accesso al capitale per le imprese emergenti. In tale quadro si inserisce la già citata Bussola, che fungerà da quadro di riferimento per misurare i progressi economici e garantire coerenza tra politiche industriali e obiettivi di sostenibilità.
Un focus particolare sarà riservato alla decarbonizzazione, con l'introduzione di un Patto per l’industria pulita (il Clean Industrial Act) e la definizione di un target di riduzione delle emissioni del 90% entro il 2040. Previsti inoltre incentivi per le imprese che investono in tecnologie a basse emissioni, nonché semplificazioni nei processi autorizzativi.
Norme
Ma tra le maggiori preoccupazioni delle aziende, e quindi un blocco alla crescita, c’è un aspetto squisitamente pratico: l’eccessiva burocrazia. Ecco quindi che l’efficienza del quadro regolatorio diventa centrale, con il Programma che include una serie di interventi volti a ridurre la complessità normativa. La prima proposta omnibus prevede semplificazioni nei settori della finanza sostenibile, della tassonomia e della due diligence, riducendo anche i costi di conformità per le imprese.
Un aggiornamento della definizione di Pmi «favorirà inoltre l’accesso a misure agevolative - scrive la Commissione -. Nel settore agricolo saranno introdotti strumenti per snellire gli adempimenti legati alla Politica agricola comune».
Sicurezza
Guardando a un orizzonte macroeconomico invece l’imperativo è aumentare la resilienza economica europea investendo nella difesa, nella sicurezza energetica e nella costituzione di scorte strategiche. Il nuovo quadro finanziario pluriennale punterà a ottimizzare l’allocazione delle risorse, semplificando le procedure di accesso ai fondi Ue. Saranno inoltre introdotti nuovi strumenti di finanziamento per stimolare la crescita nei settori strategici, tra cui energia, digitale e transizione verde. E ancora si sente l’eco della voce di Mario Draghi e la sua richiesta di strumenti di debito comune.
Infine non poteva mancare uno specifico capitolo dedicato al lavoro e alla competenza, per rispondere ai cambiamenti demografici e tecnologici. Qui si incastona il progetto della futura Unione delle competenze, con l’obiettivo di aggiornare i lavoratori e facilitare la riconversione professionale. Saranno quindi introdotti incentivi per la formazione continua e il miglioramento delle competenze digitali.
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