Estate calda: vendemmia a inizio agosto, incubo cascola per le olive
Di fronte all'inverno più siccitoso e all’estate più calda degli ultimi trent'anni la nostra agricoltura sta pagando un conto salatissimo. Fortunatamente la vite e l'ulivo sono piante resistenti e resilienti, che entro certi limiti sanno adattarsi ai climi caldi e alla mancanza d'acqua. Soffrono meno rispetto alle altre colture, ma i problemi iniziano ad esserci anche per loro. I nostri viticoltori e olivicoltori temperano gli effetti di queste ondate di calore, con irrigazione di soccorso solo dove è a rischio la sopravvivenza della pianta.
Vite, si vive alla giornata
Come sempre per la qualità dell’uva e di conseguenza del vino in cantina il mese di agosto è fondamentale. «La siccità è un problema molto serio per tutto il comparto agricolo - spiega Silvano Brescianini, presidente del Consorzio di Tutela Franciacorta - compreso per il settore vitivinicolo. È risaputo che la pianta della vite è una coltura mediterranea e resiliente, ma in questa fase di accrescimento del grappolo per evitare danni produttivi e qualitativi, ove possibile, vengono già svolte irrigazioni di soccorso con consumi relativamente bassi. Luglio è decisivo per la qualità delle uve. Il perdurare del caldo e dello stato di siccità, potrà causare un anticipo delle vendemmie che, come in Franciacorta, potrebbero già essere a inizio agosto».
Se ci sarà a breve un ritorno delle precipitazioni e le temperature saranno mitigate, si prevede un'annata eccezionale, altrimenti la vite subirà uno stress con relative difficoltà di maturazione che potrebbero comportare gravi perdite.
Olivicoltura a rischio cascola
Perdite che invece sono purtroppo quasi sicure per l'olivicoltura bresciana sia nel territorio del Sebino che del Garda. «La siccità sta iniziando a gravare sulle giovani piante dei nuovi impianti, gli olivicoltori si trovano quindi costretti a dover irrigare - precisa Nadia Turelli olivicoltrice del Sebino - per adesso gli ulivi adulti non stanno soffrendo sarà però fondamentale che piova nei prossimi giorni quando l'oliva inizierà a crescere e la pianta avrà bisogno di più acqua per evitare uno stress idrico». L’origine morenica dei terreni fa sì che la loro tessitura sia sabbiosa con molte pietre e quindi di elevata permeabilità, questa è una caratteristica positiva per la coltivazione degli ulivi quando il clima segue un andamento normale, ma diventa un problema quando la siccità perdura.
«Non possiamo permetterci - chiosa Turelli - un'annata scarsa come quella passata». Per Silvano Zanelli, olivicoltore di Puegnago del Garda e presidente di Aipol, la siccità sta causando ingenti problemi e quindi danni alla nuova annata olivicola bresciana. «La mancanza di disponibilità idrica per le piante durante la fioritura - spiega - ha purtroppo diminuito la quantità di frutticini allegati; a questo si sono sommati alcuni andamenti climatici anomali, con temperature molto alte, che hanno inciso sulla quantità iniziale di olive presenti».
Un numero inferiore di olive allegate non è di per sé un problema: l'olivo è in grado di accumulare più olio nelle drupe rimaste aumentando la resa, ma il persistere della siccità aumenta la cascola fisiologica delle poche olive allegate, diminuendo ancora di più il carico produttivo.
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