Economia

Erano gabbie, adesso sono case griffate

Voliere e recinzioni con pannelli fotovoltaici e balconi. La storia della Terenziani di Montichiari.
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Villini a due piani, con tanto di scalone e balconata. Piccole palazzine a schiera, votate all'energia pulita e alla tecnologia. Non stiamo parlando di un nuovo quartiere all'avanguardia, ma di abitazioni per animali, dai polli alle lepri.
In quarant'anni di attività la Terenziani di Montichiari è diventata una «griffe», una firma di lusso quando si parla di gabbie, voliere, ricoveri e recinti per animali. Una storia iniziata negli anni '70, riscritta più volte per via della crisi e dei mutamenti delle esigenze delle famiglie.

Così se negli anni '80 a far la parte del leone era la grande distribuzione, per la maggiore quella tedesca e olandese (grazie allo shopping dei turisti amanti del Garda), ma anche francese e statunitense, negli anni Duemila la Terenziani si è reinventata con prodotti dedicati a famiglie e venduti direttamente ai privati.
«Certo il fatturato di oggi, che è attorno al milione di euro - sospira Sandro Terenziani, il titolare - è un quindicesimo rispetto a una decina d'anni fa. Per sopravvivere abbiamo dovuto lanciare nuove linee».

È qui che ci si butta su design e tecnologia, dopo gli anni «neri», ovvero il 2006, il 2007 e il 2008, quando il fatturato registrava un calo costante del 30%-35%, alla fine dei dodici mesi. Le percentuali si ribaltano: la vendita diretta passa al 95%, alla grande distribuzione rimangono le briciole. Di conseguenza cambiano i prodotti, si pensa alle esigenze di famiglie che allevano in forma amatoriale volatili e animali da cortile. Il benessere di lepri e polli è il fulcro del business, disegnato con linee pulite e classiche.
Tra i diciotto dipendenti della Terenziani spuntano così anche designers che applicano sui tetti del pollai pannelli fotovoltaici. L'energia prodotta, che sostituisce quella della rete elettrica non sempre a disposizione in mezzo a prati e giardini, consente di attivare il «sistema crepuscolare». Niente più sveglie all'alba per aprire il recinto a galli e galline: il sorgere del sole attiva l'interruttore fotosensibile e grazie all'energia prodotta dal fotovoltaico il cancello si apre.

Tecnologia applicata in maniera utile e sapiente, non solo in case private ma anche, per esempio, in agriturismi. Perché negli ultimi anni la clientela è diventata questa: amanti della natura che per hobby curano animali da cortile e da compagnia. Ma anche università, a cui la Terenziani fornisce gabbie per laboratori, come nel caso di Brescia e Verona, o enti pubblici, dai comuni alle province fino ai canili, dove vengono attrezzati box e cucce per cani e gatti.

I cinquemila metri di capannone a Montichiari raccontano la produzione dei grandi numeri degli anni '70 e '80, quando Terenziani riforniva le grandi catene commerciali e quindi necessitava di ampi spazi per lo stoccaggio. «Oggi produciamo meno, ma siamo pronti a ripartire in qualsiasi momento - dice Sandro -. Ho iniziato la mia vita con gli animali a quindici anni, con 7.800 lire frutto della vendita dei conigli. A venti mi sono interessato ai cani e poi mi sono buttato sulle attrezzature per gli allevamenti».

Tra alti e bassi, la storia della Terenziani è arrivata fin qui. Con un piede nell'arte: alla Galleria Pack El Boulle di Milano suonano i canarini, grazie ad una voliera che sovrasta due pianoforti. A premere i tasti, con il loro peso, i piccoli uccellini.
Perché ogni idea è buona per reinventarsi e fondamentale per la sopravvivenza.
Giovanna Zenti

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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