Epidemie di Psa, lingua blu e aviaria: maxi-vertice in Ats con il prefetto
Peste suina, blue tongue, influenza aviaria, Arbovirosi: chi più ne ha più ne metta. Di certo un momento così straordinario per il diffondersi delle zoonosi in agricoltura nella nostra provincia non si era mai visto negli ultimi cinquant’anni.
La situazione è per il momento sotto controllo, ma il direttore generale di Ats Brescia, Claudio Sileo, ha pensato bene di mettere le mani avanti in forma preventiva e conoscitiva e ha convocato un incontro tecnico al quale ha partecipato anche il prefetto di Brescia Andrea Polichetti, vero artefice del summit di ieri.
I convocati in Ats
Infatti al tavolo con focus sulle emergenze epidemiche nella nostra provincia sono intervenuti: le Organizzazioni agricole, l’Ordine dei medici veterinari, l’Istituto zooprofilattico, la Regione Lombardia, la Camera di Commercio, i carabinieri del Nas, la Polizia provinciale e il Comando della forestale.
Il tema posto sul tavolo non è banale perché la situazione potenzialmente potrebbe mettere in ginocchio il patrimonio zootecnico bresciano con grave danno economico e occupazionale.
In fin dei conti stiamo parlando di oltre 1,3 milioni di suini, 120mila bovini da carne, 320mila bovine da latte e più di 9 milioni di avicoli. «L’obiettivo era avere un quadro aggiornato della situazione - spiega il prefetto - a tutela dell’integrità del patrimonio zootecnico di un’area di rilevanza nazionale». «Non esiste una situazione di emergenza - ha rassicurato Polichetti -. Ats è ben radicata sul territorio e le iniziative di prevenzione stanno dimostrando la loro efficacia».
I numeri
La nostra provincia è la più zootecnica d’Italia con una Plv che supera il miliardo di euro all’anno e che sta alla base delle principali filiere agroalimentari del Paese. Perché sta succedendo tutto insieme e adesso? Una domanda che sorge spontanea, ma che è di difficile risposta se non con teorie tutte da verificare che possono spaziare dal cambiamento climatico, alla diffusione spesso incontrollata della fauna selvatica fino ad un uso improprio della risorsa territorio e all’inquinamento.
Ma fatto sta che la realtà è questa e bene ha fatto il prefetto a chiedere questo incontro tecnico di approfondimento perché ne va anche della salute pubblica. «Abbiamo dato avvio - ha spiegato Claudio Sileo - ad una sinergia e ad un nuovo coordinamento innovativo tra gli enti operanti sul territorio, affinché venga garantito il controllo e la protezione della salute umana e del patrimonio zootecnico scongiurando pericoli per la salute pubblica alla luce dei nuovi cambiamenti climatici c eh non vanno sottovalutati perché possono avare forme di manifestazioni nuove da non sottovalutare come i casi di West Nile».
Anche Giorgio Varisco direttore generale dell’IZS ha evidenziato, la positività di questa iniziativa che valorizza la professionalità coordinata degli enti che operano con costanza nella sorveglianza epidemiologica su tutto ciò che accade e che può accadere disponendo di una comprovata efficienza di intervento in caso di focolai».
I casi bresciani
In questo senso si può ricordare il recente intervento a Isorella per isolare i due focolai di influenza aviaria che ha messo in allarme il mondo agricolo. Ed infatti all’incontro erano presenti anche le organizzazioni agricole.
Giovanni Garbelli per Confagricoltura ha rimarcato «l’importanza dell’iniziativa voluta dal Prefetto anche perché ha dato evidenza del grande lavoro che il sistema veterinario sta portando avanti nel monitorare e controllare la diffusione di queste zoonosi che ci preoccupano molto come agricoltori».
Ed in effetti, in questi casi, l’informazione, la formazione degli operatori, nonché le misure di biosicurezza sono molto importanti. Così Laura Facchetti presidente di Coldiretti Brescia ha ringraziato il prefetto e tutti gli enti coinvolti garantendo «la massima attenzione e collaborazione per monitorare la situazione, che certamente preoccupa gli allevatori, e segnalare ogni anomalia perché il momento economico non è facile per il mondo agricolo che avrà bisogno anche di un sostegno, oltre che a livello sanitario, di una corretta comunicazione nei confronti dei consumatori».
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