Energia, per le imprese costi da incubo: «Possiamo produrla, meno burocrazia»
C’è la vertiginosa crescita dei costi dell’energia - una dinamica dei prezzi legata soprattutto all’evoluzione dell’attuale scenario geopolitico, alla guerra in Ucraina e alle tensioni anche commerciali fra Europa e Russia - al centro delle preoccupazioni delle piccole e medie imprese bresciane.
Preoccupazioni che emergono chiarissime da un’indagine condotta da Unioncamere Lombardia con interviste direttamente rivolte agli imprenditori locali. A livello provinciale i risultati delle interviste sono stati elaborati dal Servizio Studi della Camera di Commercio di Brescia.
Impreparati
«Uno dei dati che merita maggiore attenzione - commenta il presidente dell’ente camerale bresciano, Roberto Saccone - è quello riferito al fatto che quasi la metà delle imprese intervistate, comprese quelle più strutturate, non si ritiene adeguatamente attrezzata per far fronte alle future esigenze energetiche. Uno stato di fatto che sollecita, da parte delle istituzioni competenti, l’urgenza di incentivare ulteriormente gli investimenti finalizzati alla realizzazione di impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili, anche in auto-produzione. Al momento, peraltro, circa un terzo delle imprese industriali, soprattutto nel comparto meccanico, è già in grado di auto-produrre energia elettrica o termica».
«Particolare importanza, sotto questo profilo - sottolineano in Camera di Commercio - potrà rivestire l’introduzione di norme volte a semplificare le procedure di realizzazione degli impianti. Fondamentale sarà poi proseguire le azioni già intraprese, volte a mettere in campo strumenti finalizzati a contenere il costo dell’energia per famiglie e imprese, nonché a livello europeo, a introdurre un price cap per il gas e a svincolare il prezzo dell’energia elettrica da quello del gas stesso».Secondo semestre
L’indagine, condotta su un campione di imprese statisticamente rilevante della nostra provincia in occasione della analisi congiunturale economica del secondo trimestre 2022, mette altresì in evidenza che per il settore industriale il gas rappresenta la voce più critica, in quanto l’aumento del costo sostenuto dalle imprese, nel primo trimestre dell’anno, segnava un +110,4% rispetto allo stesso trimestre dell’anno precedente; rilevante è però anche l’incremento dell’elettricità con +78,8%. Gli artigiani manifatturieri, nello stesso periodo, dichiarano di avere sostenuto incrementi del costo dell’elettricità del 50,3% e del gas del 48%.
Sia per l’industria che per l’artigianato gli aumenti hanno avuto impatti più forti in comparti ad alta intensità energetica. Gli industriali siderurgici segnalano, infatti, un aumento del 163,4% del gas e del 93% dell’elettricità, mentre per gli artigiani dello stesso comparto gli aumenti sono stati del 109,7% per il gas e dell’83,8% per l’elettricità. Anche nei settori del commercio e dei servizi si va comunque facendo strada la consapevolezza dell’importanza di ricorrere a fonti di energia alternative. In questo caso, rispettivamente il 25% e il 17% delle imprese intervistate ha dichiarato di disporre di un impianto di auto-produzione di energia elettrica o termica, in larga parte di fonte solare.
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