Energia, Gussalli Beretta scrive al ministro Franco per chiedere correttivi al credito d'imposta
Per fronteggiare l'attuale crisi energetica che ha colpito l'Europa e l'Italia il governo Draghi è intervenuto con la misura emergenziale del credito d'imposta rivolto alle aziende. Una soluzione che il presidente di Confindustria Brescia Franco Gussalli Beretta plaude, ma con una lettera aperta al ministro dell’Economia Daniele Franco chiede dei correttivi.
«La situazione affrontata in questi mesi dalle aziende associate a Confindustria Brescia, che mi onoro di rappresentare, è indiscutibilmente complessa e più che difficile - scrive Gussalli Beretta -. Stante le dinamiche delle tariffe energetiche, il mercato interno si è bloccato, l'export è fortemente rallentato e, perdipiù, le aziende si devono misurare con problemi crescenti di circolante».
Per Gussalli Beretta il piano di interventi del governo tedesco, oltre a certificare la situazione drammatica, «conferma che le istanze già emerse in Italia con così tanta evidenza sono più che giustificate. Per questo riteniamo un'azione tempestiva del Governo: occorre fare, fare presto e farlo bene».Per il presidente di Confindustria Brescia la misura scelta dal governo, cioè il credito d’imposta, è corretta «nella tecnicalità» ma per essere fruibile servirebbe che già per settembre, si legge, fossero introdotte alcune caratteristiche. Nel dettaglio, bisognerebbe che la misura «fosse frazionabile mensilmente e cedibile anche non per l'intero, sempre cedibile al fornitore di energia, compensandola in fattura con il costo dell'energia stessa effettivamente consumata, parimenti, dovrebbe risultare recuperabile entro il 1° luglio 2023».
Infine, l’appello: «È superfluo aggiungere che, laddove si ritenesse di incrementare di qualsiasi punto percentuale in più rispetto all'attuale 25%, questo significherebbe sostenere ulteriormente il sistema produttivo, per tamponare gli attuali effetti del conflitto bellico russo-ucraino e delle sanzioni che in questa fase hanno senz'altro ripercussioni negative sull'industria italiana e sul Paese nel suo complesso».
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