Emergenza lavoro per le aziende bresciane: il 90% non trova il personale che cerca

La Redazione Web
A dirlo è l’indagine «Mismatch e Made in Brescia» condotta dal Centro studi di Confindustria, Gussalli Beretta: «I dati sono drammatici»
Mismatch, problema per 9 aziende su 10
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Il problema della discrepanza tra domanda e offerta di lavoro rappresenta per il sistema economico bresciano uno dei problemi più annosi e più difificili da risolvere. A ulteriore conferma arrivano anche i recenti dati contenuti nell’indagine «Mismatch e Made in Brescia-Un ostacolo oggi, un problema domani» condotta dal Centro studi di Confindustria Brescia con l’area Education e Capitale umano.

Nel report, che ha coinvolto 284 aziende manifatturiere di Brescia che danno lavoro a oltre 28mila addetti e con un volume d’affari pari a 17,4 miliardi di euro, emerge come nove imprese su dieci fatichino a trovare le figure professionali che cercano. Ciò si traduce in difficoltà per oltre il 90% del totale intervistato.

Quali figure

E il mismatch risulta particolarmente evidente per gli artigiani e operai specializzati (per cui il 92% delle aziende che nel 2023 ha ricercato tale figura ha denunciato tensioni nella soddisfazione delle richieste), per le professioni tecniche (89%), per i conduttori di impianti e conducenti di veicoli (88%) e per le professioni intellettuali, scientifiche e di elevata specializzazione (82%), in un contesto in cui nessun grande gruppo professionale considerato si caratterizza per una quota di imprese in difficoltà al di sotto del 50%.

Dichiarazioni

«Siamo di fronte a un dato drammatico, soprattutto perché sempre più trasversale a tutti gli ambiti professionali - commenta Franco Gussalli Beretta, presidente di Confindustria Brescia -, a partire da quelli strettamente manifatturieri, e che ci sta impegnando in prima linea come Confindustria, sia a livello nazionale che a livello bresciano, con azioni specifiche, tra cui voglio ricordare la costante promozione degli Its Academy.

E continua: «La necessità del Made in Brescia è quella di avvicinare sempre di più i giovani a percorsi di studio adeguati, che guardino in particolare alle materie Stem. Anche perché, in tale contesto, il mismatch strettamente quantitativo è destinato ad aumentare, a causa dell’andamento demografico che caratterizza l’Italia. La nostra sfida è quella di trovare risposte a questo problema, e allo stesso tempo, capire come inquadrare quelle professioni oggi non ancora codificate, e destinate a diventare “i lavori del futuro”».

«Oltre ai numeri sul mismatch, dal report condotto dal Centro Studi emerge ancora una notevole mancanza di conoscenza degli Its – aggiunge Elisa Torchiani, vice presidente di Confindustria Brescia con delega al Capitale umano –, che costituiscono percorsi terziari non accademici in grado di rispondere esattamente ai fabbisogni e alle professionalità richieste dalle innovazioni e dal progresso tecnologico, da parte non solo dei giovani e delle loro famiglie ma anche del mondo delle imprese.

È infatti importante sottolineare quanto sia alto il tasso di occupabilità dei diplomati Its Academy che, a livello nazionale, abbiamo visto superare l’80% e sul territorio bresciano arriva oltre il 90%. A questo proposito, gioca un ruolo ancora più significativo il tema della elevata coerenza tra percorso di studi e impiego: gli studenti degli Its Academy vanno a fare il lavoro per cui hanno studiato e si sono preparati».

Riproduzione riservata © Giornale di Brescia

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